I protagonisti sono già in scena, pronti ad entrare in risonanza con le dinamiche che caratterizzano le relazioni tra i membri della mia famiglia: sto mettendo in scena una costellazione familiare. E’ la mia prima volta.
Li osservo muoversi, parlare tra loro, atteggiarsi.
Li osservo e mi chiedo come sia possibile che perfetti estranei possano impersonare con tale verosimiglianza i miei genitori, i nonni, me stessa.
Li osservo e capisco che la morte sta attraversando questo momento della mia vita. Una morte metaforica – la fine di una storia d’amore e l’affitto del ristorante di famiglia, così spesso teatro delle nostre avventure – ma non per questo meno impegnativa da affrontare.
Allora, all’inizio del mio percorso a Nonterapia, non avevo ancora davvero compreso che cosa significasse la morte. Ancora non era chiaro che la morte è l’altra faccia della vita e che per vivere bisogna imparare a morire. Non avevo ancora gli strumenti per cogliere quei segnali che un occhio allenato riconosce come precursori della fine di un ciclo e anticamera di un nuovo inizio.
La costellazione mi ha permesso di “vedere” ciò che, quando sei parte della dinamica stessa, non riesci a riconoscere. Non puoi farlo, semplicemente perchè la tua mente non può accettarlo.
La costellazione funge da teatro, da cassa di risonanza, da amplificatore: una volta che ciò che c’è viene portato alla luce e rappresentato come un vero e proprio dramma, allora, in quel preciso momento e grazie a quel gesto, viene anche nobilitato. Gli avi – intesi come parti della tua psiche – vengono riscattati e si giunge a fare pace con il passato e soprattutto con se stessi.
Una costellazione ha il potere amplificare, di portare a galla ciò che già esiste e di attivare un cambiamento.
Per questo i giorni successivi sono stati emotivamente intensi, magici, all’insegna delle sincronicità, dell’apertura e della fiducia.
In quel seminario ho appreso io stessa l’arte della facilitazione: ho imparato che per condurre una costellazione bisogna farsi vuoto, essere canale e lasciare semplicemente che le cose accadano, accogliendole e permettendo loro di esistere così come sono.
Da allora ho iniziato io stessa a condurre le costellazioni familiari.
Se vuoi partecipare, ti aspetto dal 22 al 24 gennaio a Sirtori (Lc) per un seminario intensivo in cui imparerai ad osservare con occhi nuovi la tua storia familiare attraverso la psicogenealogia e ri-scrivere coscientemente il copione che vuoi interpretare nella tua vita.
Ti aspetto!
Valeria