“Non permetterò a nessuno di passeggiare nella mia mente con i piedi sporchi”.
(Mahatma Gandhi)
Cosa c’entra la mente con il video?
E’ da qui che prende il via il primo dialogo filosofico con la classe 3°A della scuola primaria di Almenno S.B. (Bg).
Ancora immersi nella fase introduttiva del laboratorio, quella in cui ho chiesto se avessero mai sentito parlare di filosofia e in cui abbiamo stabilito che questa parola sia “qualcosa che ha a che fare con la mente“, la Comunità di Ricerca decide di approfondire l’argomento.
Invito quindi i bambini a prendere in considerazione i passaggi della storia e chiedo:
“Sapete riconoscere tutte le volte in cui, dall’inizio alla fine, i protagonisti usano la mente?”
L’attenzione, come è naturale, è diretta soprattutto ai comportamenti dei ragazzini, nei quali è facile identificarsi e così mettiamo in luce la possibilità di usare la mente per mettersi nei panni dell’altro e provare empatia, ma anche di attivare l’immaginazione e la creatività, necessarie per modificare le regole del gioco adattandole alle esigenze di tutti.
Notiamo poi come la mente serva per stabilire quale sia la cosa giusta, ma anche che ci viene in aiuto per coordinare pensieri ed azioni e per cambiare idea in corso d’opera.
Progressivamente i bambini iniziano a prendere in considerazione anche il regista del film, che ha imdeato, diretto e coordinato, i ragazzi che hanno ricordato le battute, ma anche chi ha selezionato la musica e chi ha commissionato lo spot.
Da ultimo, propongo alla classe di soffermarsi su una figura rimasta in secondo piano: la mamma del bambino disabile.
Lei, a detta di molti, ha usato la mente per pensare a cosa potesse rendere felice il figlo, anteponendo la gioia alla preoccupazione che quest’ultimo potesse farsi male.
La mente, quindi, anche come scelta di libertà.
Arriva infine il momento di riportare quanto emerso alla nostra esperienza, chiedendoci dapprima in quali occasioni applichiamo le varie attività della mente individuate in precedenza e, in secondo luogo, come e perchè abbiamo usato la mente nel corso del nostro laboratorio.
“L’abbiamo usata per tutto il tempo” sentenzia qualcuno, esprimendo in questo modo tutto l’impegno necessario per partecipare attivamente ad ognuna delle fasi della sessione.
Ci salutiamo con il consueto rituale di chiusura e ci diamo appuntamento alla prossima settimana per un nuovo incontro di P4C.
Con gratitudine per questa stimolante pratica,
Valeria
Prossimi appuntamenti con la formazione in Philosophy for Children: