C’è chi, pur di non sentirla, mangia anche quando non ne ha bisogno. C’è chi desidera provarla costantemente, perchè significa che tutto è sotto controllo. C’è anche chi la ignora completamente.
Stiamo parlando della sensazione fisica della fame, quella che comunica con noi attraverso i segnali del nostro corpo, come il brontolio allo stomaco o i giramenti di testa dovuti a cali energetici o il gonfiore a fine pasto.
La sensazione della fame è un indicatore prezioso a cui il mindful eating invita a rivolgerci per riconoscere quando è il momento di mangiare o di smettere, ma anche per scegliere che cosa mangiare in modo che ogni cellula del nostro corpo venga adeguatamente nutrita.
La sensazione della fame è qualcosa di naturale, eppure sembra che avvertire il vuoto ci spaventi e che questo ci spinga a tenere sempre qualcosa in bocca (sgranocchiamo, mangiamo chewing gum, beviamo) e a riempire lo stomaco.
Il mindful eating permette di familiarizzare con il senso di vuoto e ad usarlo come punto di partenza nella ricerca della pienezza fisica, emotiva e mentale.
Le idee migliori, infatti, nascono facendoci canale, aprendoci, uscendo da noi stessi per diventare “voti” e diventando, così, “il tutto”.
Ancora una volta, quindi, osservare la nostra relazione con il cibo ci spinge a guardare più a fondo le nostre abitudini, riconoscendo, infine, che il nostro modo di mangiare è una grande metafora del nostro approccio alla vita.
FilosofiaAmica vi invita a questi appuntamenti di mindful eating dedicati in modo specifico al tema della fame:
- Sabato 14 marzo: “Hai fame?”: workshop di mindful eating
- Sabato 28 marzo: “Dalla fame del cuore alla fame dello stomaco”: workshop di mindful eating
- E, dal 13 al 15 marzo: prova una consulenza individuale di mindful eating in fiera a Fà la cosa giusta.
Per info ed iscrizioni: contattami.