“Accade invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l’uno non riconosca che l’altro parli bene e con chiarezza, ci si infuria, e ciascuno pensa che l’altro parli per invidia nei propri confronti, facendo a gara per avere la meglio e rinunciando alla ricerca sull’ argomento proposto nella discussione”.
(Socrate)
“Quando avevo 10 anni cercavo di non sorridere perchè portavo l’apparecchio”.
Così si apre la mia avventura con la logoanalisi esistenziale, la pratica che ci accompagna in un processo di progressivo dis-velamento di noi stessi a mezzo dell’osservazione consapevole del linguaggio.
Non so esattamente come la mia mente l’abbia partorita, considerando che l’affermazione non corrisponde all’esperienza reale, ma so che questa frase è stata il punto di contatto tra la-me-stessa-bambina e la donna che sono diventata, quella che guarda al passato con tenerezza, gioia ed un pizzico di nostalgia.
Ciò che c’è stato tra l’elaborazione della frase e il momento in cui la-me-stessa-del-futuro osserva il presente e mi incoraggia a proseguire per la mia strada nonostante le difficoltà, è frutto del dialogo con il Prof. Brancaleone, referente della logoanalisi (pratica dialogica fondata sull’ascolto attivo e la sospensione del giudizio nel pieno rispetto dell’unicità dell’altro e della sua irriducibilità a qualsiavoglia etichetta o status), nonchè docente al Master in consulenza filosofica e antropologia esistenziale dell’Università Europea di Roma.
La settimana intensiva del master è ricca di proposte, interventi, testimonianze e progetti: l’ambiente raccolto ci fa sentire protetti e scalfisce la formalità che solitamente si respira nei corridoi delle università.
Impegnati in esercitazioni individuali e collettive ispirate a casi concreti avvenuti in ambito aziendale, oppure catturati dalle immagini con cui allestiamo una mostra per i nostri compagni di corso – avendo cura di considerare le loro esigenze, preferenze, speranze e di decentrarci da noi stessi per mettere l’altro in primo piano – ci dimentichiamo del tempo che scorre e comprendiamo che il vero obiettivo di queste esperienze è riuscire a calare ciò che si impara nella quotidianità.
Per arricchirla, apprezzarla, migliorarla, accettarla. Insomma, per viverla autenticamente.
Scegliere di esserci, di affrontare un altro – l’ennesimo! – viaggio, decidere di salire sul treno e prendermi del tempo per la cura di me, sacrificando (forse solo apparentemente) tempo e spazio da dedicare al lavoro, non è stata, in questo caso, una scelta facile.
Ma, ad esperienza conclusa, posso dire di essere più che felice di aver privilegiato la profondità al senso del dovere, l’essere al fare, il dialogo al silenzio.
Con buona pace dei momenti in cui ho rimpianto gli autobus messicani che, per quanto spericolati e imprevedibili, offrono, a differenza di quelli romani, la garanzia della puntualità!
Ora è il momento di rientrare, di tornare a casa e al lavoro. E’ tempo di mettere in ordine idee e pensieri e lasciare che le parole chiave che ciclicamente si sono ripresentate in questi 5 giorni (viaggio, amore, spiritualità, filosofia), possano trovare una loro collocazione nella mente e nel cuore.
Saluto docenti e compagni con profondo affetto e gratitudine e, in attesa di rivederli a settembre, provo a immaginare come dare continuità a questa esperienza, evitando che resti una piacevole parentesi e provando, invece, a renderla il punto di inizio di un rapporto che, spero, possa crescere e fiorire.
Per questo, invito anche te a immergerti nel mondo delle pratiche filosofiche e dedicarti del tempo di qualità per esplorare te stesso e il mondo che ti circonda.
Per prenotare la tua seduta individuale di consulenza filosofica, contattami: sarò felice di darti tutte le informazioni che cerchi e fissare un incontro, anche on line.
Con gioia e gratitudine,
Valeria (la ex-bambina-con-l’apparecchio!)