Blue Moon: immagini e ricordi di una notte senza tempo

“Tutti sbagliano quando si tratta del futuro. L’uomo può essere certo solo dell’attimo presente. Ma sarà poi vero? Può davvero conoscerlo, il presente? Può davvero giudicarlo? Certo che no. E come potrebbe capire il senso del presente chi non conosce il futuro? Se non sappiamo verso quale futuro ci sta conducendo il presente, come possiamo dire se questo presente è buono o cattivo, se merita la nostra adesione, la nostra diffidenza o il nostro odio?”.

(Milan Kundera, L’ignoranza)

 

“Ancora un bacio e poi basta!” scherza l’uomo in bicicletta.

Ma loro, prigionieri del momento ed incuranti di ciò che li circonda, non prestano attenzione al commento.

Le labbra si staccano giusto il tempo di un respiro: in questi momenti parlare sembra più difficile o, forse, semplicemente, non serve.

Se ne sono dette tante di cose da quando si sono rivisti.

E la conversazione è servita ad accompagnarli fino al momento in cui le mani hanno iniziato a sfiorarsi, per poi stringersi, fino a non volersi più lasciare.

Nel silenzio di una strada che ancora vede svegli giovani che occupano il tempo girovagando tra un locale e l’altro e persone in cerca di una casa o di un riparo per la notte, i loro occhi sono catturati da un dettaglio o dal chiarore di una luna che non potrebbe brillare più intensamente e che fa da perfetta cornice ad un momento altrettanto perfetto.

Incuranti dell’ora e di ciò che suggerisce la ragione, incuranti della vita che li aspetta l’indomani mattina, raggiungono in fretta l’albergo.

E lì, trascorrono insieme la notte”.

 

Il nostro romanzo a quattro mani è dunque arrivato alla seconda puntata.

E scriverne le pagine, oggi, è stato ancora più semplice.

Con incredibile naturalezza, infatti, i suoi pensieri si fondono nei miei e le parole si imprimono sulla carta prima ancora che nella mente.

Lui anticipa le mie frasi ed io trovo nelle sue il riferimento ad autori che hanno segnato la mia formazione.

Kafka, Mann, Huxley, ma anche Nietzsche, Platone e Schopenhauer: parliamo di tutto e, pur mantenendo i piedi ben ancorati a terra, ci lasciamo trasportare dall’entusiasmo nell’immaginare che qualcuno, un giorno, leggerà i nostri scritti.

Affascinati dalla Cupola del Brunelleschi e dalla magia del Ponte Vecchio, ancora attraversato dai turisti, camminiamo per le vie della città, pronti a lasciarci suggestionare dalla vita che ci circonda.

E che ora scorre ancora più vibrante dentro di noi.

Lasciando che l’uno arricchisca i pensieri dell’altro con un dettaglio inaspettato, continuiamo il gioco nato pochi giorni fa, stupendoci di come, quella che il calendario ci dice essere una sera della scorsa settimana, nella nostra mente si configuri come il ricordo di una frase appena pronunciata.

Ognuno trae ispirazione dall’altro, dalla cornice e dalle suggestioni.

Ognuno prende ciò che arriva e lo cala dentro la propria realtà.

Il tempo passa in fretta e l‘alba è ormai vicina, troppo vicina: le lezioni iniziano tra poche ore e voglio arrivare con la mente fresca e lo sguardo riposato.

In pochi minuti ci troviamo davanti alla porta di casa.

Anche per stanotte, il tempo dei sogni è esaurito.

Anche per oggi, mettiamo la parola fine al nostro racconto.

Un ultimo sguardo alla luna e poi le strade si dividono: domani, ci basterà riportare gli occhi al cielo per riannodare i fili di un dialogo che sembra non interrompersi mai.

Buona giornata, dunque, a te che ti apri ora al mondo. E buona giornata a te, che chiudi gli occhi e torni a dar vita ai sogni.

Con gioia, affetto, riconoscenza,

Valeria