“Il silenzio è la forma più alta della parola; comprenderlo è la forma più alta dell’essere umano”.
(Anonimo)
“Cada palabra tiene consecuencias, cada silencio tambien“.
La prima lezione di yoga messicana si apre con questa affermazione.
Che mi ricorda quanto spesso facciamo fatica a trattare noi stessi con la stessa gentilezza e la stessa cura con cui tratteremmo un amico.
Parole, silenzi, messaggi che giungono dall’altra parte del mondo senza che ci sia bisogno di scrivere un post o di mandarsi una mail.
La nostra connessione corre su un filo sottile, fatto di intuizioni, di energie, di capacità di ascoltarsi e di muoversi attraverso canali non convenzionali.
Senza bisogno di sapere o, almeno, senza bisogno di dare alla mente le conferme che vorrebbe, la consapevolezza si sposta e raggiunge ogni luogo e ogni tempo.
Libera dai vincoli che imprigionano il corpo terreno, l’anima si manifesta talvolta sotto forma di incredibili sincronicità, di incontri che sembrano talmente improbabili da essere perfetti e di esperienze che ti portano, a distanza di tempo, a chiederti chi sia quella persona che vedi riflessa allo specchio e che sembra tanto distante da quell’io che pensavi ti avrebbe accompagnato per tutta la tua vita.
Me lo chiedo spesso, ultimamente. Soprattutto da quando la mia vita ha preso una direzione che mai avrei immaginato potesse appartenermi.
Chi sono io? Chi è quella ragazza che cammina a passo spedito per le vie di una città sconosciuta? Chi è quella Valeria che prova a vievere quella stessa città, che partecipa a corsi di yoga e caffè filosofici? Chi è quella persona che vedo agire, cambiare, crescere, gioire e soffrire?
Come posso ancora credere che esista un io, un’unica identità che funge da sostrato a tutte queste azioni, emozioni, a questi pensieri e sensazioni tanto cangianti e impermanenti?
Per centinaia di anni i filosofi si sono posti queste domande e per forse ogni essere umano, nel corso della sua vita, si è confrontato con tali dubbi.
Forse i grandi cambiamenti, le crisi, l’inizio o la fine di una storia, un evento inaspettato, una perdita o un nuovo lavoro facilitano l’insorgere di questi interrogativi.
Ma il punto è che essi ci appartengono, che il nostro stesso domandare ci qualifica in quanto esseri umani e, per quanto sperare in una risposta assoluta e definitiva sia legittimo ed auspicabile, più realistico è accettare che le nostre risposte cambino nel tempo e osservarci cambiare con esse.
La lezione è finita. Il rilassamento finale mi acompagna in una dimensione che travalica ogni limite e ogni confine.
I muscoli possono iniziare a giovare del lavoro fatto e la mente riesce finalmente a distendersi dopo il chiacchiericcio costante che solo in particolari circostanze riesco a sospendere.
E’ tempo di tornare nel mondo. Di tornare da Filippo, di tornare a casa. E’ tempo di tornare alla vita ordinaria e di lasciare che spontaneamente e senza sforzo, i benefici della pratica si estendano nella realtà quotidiana.
Per esplorare con me i benefici della pratica yogica, per confrontarti con le domande esistenziali attraverso la consulenza filosofica e per esplorare insieme a Gianluca Magi il magico mondo del Gioco dell’Eroe: contattami. Sarò felice di darti tutte le informazioni che desideri.
Con l’augurio di uno splendido fine settimana,
Valeria