“At the bridge I stood
lately in the brown night.
From afar came a song:
as a golden drop it welled
over the quivering surface.
Gondolas, lights, and music —
drunken it swam out into the twilight.
My soul, a stringed instrument,
sang to itself, invisibly touched,
a secret gondola song,
quivering with iridescent happiness.
— Did anyone listen to it?”
Friedrich Nietzsche
Ci siamo: il treno è in partenza e il viaggio mi darà modo di ripercorrere le tappe più intense di questo week end.
L’arrivo in città, la visita a San Marco, la gita alle isole più caratteristiche e il lavoro del lunedì mattina in uno spazio che ricorda il co-working milanese in cui si tengono le ormai consuete consulenze filosofiche: in ogni singolo momento mi sono sentita connessa con quel flusso di energia che molti chiamano “vita“.
La decisione di partire, dettata unicamente dal desiderio di fare qualcosa di bello per e con me stessa, è stata una piccola vittoria: se è ormai normale che l’amore o gli impegni di lavoro mi portino ad agire e, soprattutto, ad uscire dalla zona di comfort, è invece un gesto che solo ora sta diventando abitudine applicare lo stesso metodo quando si tratta “semplicemente” di me.
Le passeggiate nella natura, il cinema e le mostre hanno dato vita ad un nuovo modo di intendere lo stare da sola, e, grazie a questo fine settimana tra i canali e le meraviglie di Venezia, ho scoperto di poter stare veramente bene con me stessa anche facendo qualcosa che ho sempre associato alla vita di coppia o al gruppo di amici.
Dalla prima escursione di questa città unica al mondo, mi sono sentita profondamente in contatto con i miei desideri e, passo dopo passo, l’immersione nella realtà esterna si è trasformata in capacità di scendere sempre più a fondo dentro di me.
E’ stato infatti del tutto naturale ascoltarmi, stabilire modi e tempi della perlustrazione, sondare i miei desideri e dare loro forma, rispettare i ritmi del corpo, senza forzarlo e senza lasciare che il chiacchiericcio della mente prendesse il sopravvento sullo stupore che ogni singolo dettaglio risvegliava grazie alla sua bellezza.
Forse ci sono persone che trovano tuto questo naturale: per me non lo è. O non lo era.
Godermi la gita in barca, osservare le persone (famiglia, coppie, gruppi di amici) ridere e condividere l’esperienza, chiacchierare, tenersi per mano, fotografare e muoversi e sentirmi totalmente “a posto”, notare – non senza un certo stupore – che tutto ciò che ritrovavo dentro di me era la felicità di una bambina, riconoscere che non c’era traccia di invidia né alcun vittimismo, vivere ogni momento senza pensare che “sarebbe meglio se…” : eccola lì la mia vittoria: eccolo lì quell’Amore che, ero sicura, avrei trovato.
Ecco ciò che Venezia mi ha donato.
Ed ora, di ritorno a casa, sono pronta a condividere tutto questo nelle Sessioni di pratica filosofica dedicate all’Amore. Prenota la tua consulenza ed esplora con me le idee, le credenze, i valori che definiscono la tua idea di amore.
Con infinita gratitudine,
Valeria