Una bergamasca in trasferta: Verona e il Gioco dell’Eroe

La morte è un’usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare”

(Jorge Louis Borges)

Pensavo che avrei scelto questo titolo per raccontare della mia estate napoletana.

Immaginavo, in effetti, di usarlo  incipit dell’intervento che terrò domattina a Milano, nel quale descriverò gioie e dolori della mia esperienza in qualità di consulente, organizzatrice di eventi ed esperta di mindful eating.

Ma l’imprevedibilità della vita ha voluto che questa trasferta riguardasse più i viaggi dell’anima che quelli del corpo.

E così, eccomi a parcheggiare l’auto davanti allo studio del Maestro Luigi Scapini, pronta ad immergermi in un nuovo livello del Gioco dell’Eroe insieme agli altri avventurieri dello Spirito che, al pari dei miei compagni di Bergamo e Brescia, hanno saputo accogliermi e farmi sentire a casa.

Come nei “nostri” circoli bergamaschi del 2° e 4° livello, anche qui si percepisce un affiatamento ed una sintonia tale da permettere ai partecipanti di completare l’uno l’esperienza dell’altro e da portarci a condividere frammenti di visioni, emozioni ed esperienze che, come un puzzle, danno vita a un racconto che si nutre del contributo di ciascuno.

Il tema di questo livello è delicato: ci si trova faccia a faccia con il dolore, la malattia, la morte.

Ci si trova soli con se stessi e con le proprie fragilità: ancora una volta, il Gioco dell’Eroe ci chiede di essere noi stessi e la meditazione ti “impone” di esserlo.

Impossibile fingere davanti alla prospettiva di perdere ciò che hai di più caro, impossibile mentire quando sai che dovrai lasciare tutto. Impossibile, a fine pratica, non chiederti se quella che stai vivendo è davvero la vita che ti appartiene.

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Le luci del pomeriggio filtrano fioche attraverso la finestre, la bellezza dei dipinti che partecipano con noi all’esperienza e il calore che i padroni di casa hanno saputo trasmettere, fanno da sfondo alla figura di Gianluca Magi che, a fine pratica, quando ci confrontiamo sui nostri vissuti, ci accoglie esattamente per ciò che siamo: mai, le sue parole suonano come un giudizio di valore e mai il peso del suo sapere diventa una barriera che intimorisce.

Al contrario, l’ironia e il sorriso che sempre accompagnano l’ascolto, ci donano quella fiducia e quel senso di protezione che ci permette di sentirci al sicuro anche nell’esplorare le fragilità dell’anima.

Ripensandoci, il desiderio di anticipare i tempi e cimentarmi con il 5° livello del GdE con persone che non conosco e non mi conoscono, è nato proprio dalla volontà di vivere l’esperienza nel modo più autentico possibile e di pormi, io stessa, con rinnovata voglia di esserci senza alcun ruolo, senza alcuna aspettativa, senza alcun desiderio se non quello di affrontare quelle ombre che spesso mi portano verso ciò da cui vorrei allontanarmi.

A questo giro, volevo esserci come Valeria. Nuda e senza paura di esserlo.

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La mia esperienza, la mia meditazione, il mio incontro con la morte, sono stati accolti dagli altri viaggiatori con una delicatezza ed una partecipazione che, mi auguro, verrà ricambiata quando saremo noi ad ospitare il Circolo di Verona per una giornata di full immersion di pratiche e condivisioni evolutive.

E la mia immaginazione, alimentata dalla bella energia del gruppo, già ci vede varcare, tutti insieme, la soglia del 6° livello con il nostro affezionato Agente di viaggio evolutivo che, di ritorno dalla Cina, ieri ci ha regalato un’altra, preziosa opportunità di crescita e libertà dai condizionamenti.

A tutti i membri dei circoli di Bergamo, Brescia e Verona, grazie!

Ci vediamo a febbraio con il GdE 3° e 5° livello: yahoo!!

Valeria