Super-poteri: viaggio tra gli eroi della quotidianità

“Un eroe è un normale essere umano che fa la migliore delle cose nella peggiore delle circostanze”.
(Joseph Campbell)

 

Se potessi scegliere un super potere, quale sarebbe? E come lo eserciteresti? Sarebbe giusto/etico avvalersene per cambiare il destino delle altre persone?

Non serve essere Batman o Wonder Woman per essere speciali.

Ne abbiamo discusso durante l’ultimo laboratorio di Philosohpy for Children tenuto con i ragazzi della scuola secondaria di Zanica.

Tre classi, per un totale di circa 75 alunni, alle prese con didattica a distanza, ritorni fugaci tra i banchi di scuola e necessità di trovare dentro di loro strumenti e strategie per far fronte ad un contesto che porta a rimettere in discussione i pilastri di una quotidianità ormai radicalmente trasformata.

Ci siamo chiesti, allora, a quali risorse interiori attingere e che impatto avrebbero nella vita, nostra e degli altri.

Ne è emerso un dialogo vivace, fatto di esempi, argomentazioni, buone ragioni: insomma, di tutti gli ingredienti che trasformano un normale scambio di idee in una vera e propria riflessione filosofica.

Attingendo e traendo ispirazione dal mondo virtuale – ormai diventato altrettanto prioritario quanto quello fisico – i ragazzi hanno scelto di poter bloccare il tempo, ma anche si cancellare ciò che non funziona e di potersi spostare avanti e indietro nel tempo.

Sembra dunque che la possibilità di intervenire sugli eventi e di correggere gli errori sia ciò che sta loro maggiormente a cuore, forse perchè percepiscono che ogni esperienza è preziosa e significativa e la vogliono valorizzare cercando di trarne il massimo e di affrontare gli eventi in modo costruttivo.

Sono però anche consapevoli dell’importanza dello sbaglio, inteso come necessaria fase dell’apprendimento.

E della necessità di interrogarsi circa la legittimità di un intervento che avrebbe conseguenze anche sulle altre persone.

Sfiorando dunque riflessioni di carattere bioetico, arriviamo a parlare dell’eticità di ritardare la data di morte di qualcuno che amiamo, ma anche delle necessità di far fronte alle proprie responsabilità pagando per gli errori. Anche quelli commessi in buona fede.

Altro aspetto fondamentale, la possibilità di considerare il contributo dell’altro come fonte inesauribile di spunti, cosa che stimola i ragazzi ad allenare la capacità di ascoltare, oltre che di creare le condizioni necessarie per sentire.

E io li accompagno, nutrendomi a mia volta dei loro preziosi dialoghi e sperando che, negli anni, qualcosa dei percorsi fatti a scuola, possa restare e magari risvegliarsi al momento giusto, quando più può essere utile.

Con riconoscenza e gioia per queste continue fonti di crescita e di interazione costruttiva,

Valeria