“Metti i soldi dove hai la bocca”.
Ho sentito per la prima volta questa espressione da Carolina, mia insegnante di Mindfulness a Milano e subito ho sentito quell’inconfondibile brivido dietro la schiena, quella sensazione che cio’ che senti parli a te e parli di te.
Spesso le scelte fatte nel portare avanti le mie idee e nel modo di vivere la mia vita sono state controverse, spesso mi sono chiesta se cio’ che scrivo abbia diritto di cittadinanza in un blog di filosofia.
Spesso mi sonoo chiesta se parlare di me, se presentarmi per cio’ che sono, per cio’ che provo, per le esperienze che creo, che vivo, che mi attraversano fosse serio o professionale. Mi sono chiesta se sarei stata in grado di sostenre lo sguardo di chi, leggendomi, ha accesso alla mia storia, a me.
E nelle ultime settimane mi sono chiesta se fosse o meno opportuno condividere le emozioni legate a questa storia appena nata e gia’ tanto profonda.
Mi sono interrogata, mi sono fatta scrupoli. Ho esitato.
Mi sono chiesta che effetto avrebbe avuto su chi mi, ci conosce, e tifa perche’ questa storia non sia una parentesi messicana, ma che il viaggio diventi un tassello di un puzzle che si arricchira’ di avventure fatte di viaggi e quotidianita’, di progetti e sogni, di difficolta’ e sfide da affrontare.
E mi sono chiesta che cosa ne avrebbero detto coloro che, in una immaginaria costellazione, sarebbero le parti di noi che ancora non sono pronte a spiccare il volo con noi e fare esperienza del potere trasfromartivo dell’Amore.
Mi sono chiesta se la mia felicita’ potesse essere scambiata per fragilita’ e se questa tenerezza di cui la mia anima si veste potesse compromettere la determinazione e la caparbieta’ con cui negli anni mi sono battuta per cio’ in cui ho creduto.
Me lo sono chiesta e cio’ che ho scelto di fare, ancora una volta, e’ stato presentarmi cosi’ come sono, con la consapevolezza che ognuno leggera’ nelle mie parole, che spesso fluisono da sole, come se usassero le mie mani semplicemente come canale per raccontare qualcosa che ancora nemmeno io conosco, cio’ che sara’ pronto a vedere, a vivere, a immaginare.
Sono passati ormai alcuni anni da quando ho dato vita a FilosofiaAmica e questo sito, insieme alla mia attivita’, hanno iniziato a vivere di vita propria, a condurmi, a trasformarmi, a guidarmi, a farmi attivare competenze e talenti e a farmi scontrare con dimensioni piu’ ostiche e che risvegliano resistenze e attaccamenti.
Esattamente come le relazioni che ho vissuto mi hanno resa diversa da quella che immaginavo di essere e piu’ simile a quella che sono quando tolgo ogni maschera.
Forse non avrei immaginato che avrei sentito tanto forte il desiderio di scrivere e di raccontarmi, forse non avrei immaginato me stessa girare il mondo per tenere lezioni, corsi, conferenze, forse non mi sarei immaginata frequentare un corso di cucina vegetariana a Citta’ del Messico, forse non avrei immaginato che la mia prima esperienza di convivenza potesse essere condivisa attraverso immagini e fotografie.
Forse non avrei immaginato che anche qui il corpo mi parlasse attraverso le sue forme in continua evoluzione e che queste stesse forme parlassero di me in modo tanto diverso in base alle persone che le guardano.
Forse non e’ questa la strada che immaginavo avrei percorso e certamente non immagino i sentieri che mi aspettano. Ma mai, guardandomi indietro, posso dire che ci fosse una strada piu’ adatta a me di quella che ho percorso.
E’ per questo che scrivo, racconto, condivido.
Perche’ non so dove le parole mi condurranno, ma so dove mi hanno accompagnata sinora. E so che questa e’ la mia personale, unica, irripetibile occasione per vivere in modo autentico.
Con affetto e gratitudine per chi legge e per chi’, con il suo esempio, mi invita a non essere nulla di diverso da cio’ che sono.
Valeria