“Nella vita nulla avviene né come si teme né come si spera”.
(Alphonse Karr)
Ci sono giorni in cui tutto sembra andare per il verso sbagliato.
Non trovi niente da mettere (ovviamente è del tutto irrilevante che l’armadio sia pieno di vestiti!), la telefonata che aspetti tarda ad arrivare o non arriva affatto, la tecnologia ti abbandona proprio quando è il momento di iniziare la sessione filosofica on line e, per finire, vieni pure tamponata!
Oggi era una di quelle giornate.
Poi abbiamo iniziato a lavorare e, una volta accantoata la poetica domanda con la quale avrei voluto avviare la sessione, ho preso spunto proprio dalla contingenza che, nel bene o nel male, offre spesso interessanti spunti su cui riflettere.
E così, candidamente, chiedo al mio consulente: “Perchè a volte sembra che vada proprio tutto storto?“.
Il solo formulare la domanda mi fa stare meglio.
Poi il dialogo prende una piega scomoda (ma, d’altronde, stare faccia a faccia con la verità, a volte, non è facile) e iniziamo a parlare del controllo e della difficoltà che a volte provo nel lasciare che le cose, semplicemente, accadano, nel dare spazio alla vita, con le sue infinite soprese e anche con quegli eventi che cerco di prevedere per evitare, se possibile, di farmi troppo male.
Ma il controllo non è solo questo.
E anche la manipolazione, fatta o subita, è il tentativo – denunciato da tanti filosofi e sociologi – messo in atto dalla politica (attraverso i mezzi più disparati), di indottrinare le masse o, al giorno d’oggi, di carpire informazioni su noi, comuni, mortali.
Controllo è tanto l’impulso di leggere i messaggi sul cellulare del proprio partner (questa forma di controllo, giuro, proprio non mi appartiene!) quanto la pianificazione di ogni dettaglio, che permette di traformare un’idea in un progetto fatto e definito.
Controllo è esercitare un potere sull’altro nell’illusione che questo ci metta in una condizione di invulnerabilità.
Controllo è mancanza di fiducia e sintomo di una profonda solitudine, quella che si prova quando ci si sente disconnessi dagli altri, da Dio (qualunque cosa si intenda con questa espressione), dall’universo.
Controllo è illusione che ciò che facciamo resti un’azione senza conseguenze e perverso tentativo di relazionarsi all’altro, finendo, però, per vivere con il costante timore di perdere ciò che crediamo possa appartenerci per sempre.
Controllo è la falsa sicurezza che si prova, quando, in balìa delle proprie ossessioni, si vive nella speranza di essere padroni del gioco.
Controllo è anche inconsapevolezza rispetto ai continui cambiamenti che la vita ci mette davanti: è il tentativo di fissare qualcosa (gli eventi, la vita) che per natura è fluido, in costante divenire.
Controllare è, quindi, stigmatizzare e, in certi casi, anche ingabbiare l’altro dentro un’etichetta che ci permette di entrare più facilmente in relazione con chi abbiamo dinnanzi.
Perchè l’etichetta rassicura, come il controllo.
E’ questo che più apprezzo dei nostri scambi filosofici e della consulenza filosofica, in generale: che l‘altro, indipendentemente dal fatto che sia consulente o consultante, è e resta sempre un universo unico, irriducibile a qualsiasi definizione: l’altro, nella pratica filosofica, è un mondo da scoprire, non da giudicare, da correggere, da curare.
L’altro è, piuttosto qualcuno di cui, nell’arco dei 50 minuti di sessione, ci si può prendere cura e che si prende per mano in un viaggio il cui fine è la ricerca in quanto tale e il cui veicolo è la ragione.
Nel rispetto dei modi, dei tempi e delle idee di cuascuno.
Grazie, quindi, per questa boccata d’aria in una settimana difficile.
Grazie per le domande, che mi hanno aiutata a mettere in discussione le mie certezze. E grazie per questo percorso, a volte ispido, in cui la richiesta di una definizione può metterci davanti al fatto che quel concetto, ancora, non è così chiaro nella nostra mente e che, forse, sarà bene tornarci sopra.
La prossima volta.
Con la speranza che questo fecondo scambio possa proseguire, vi invito a vivere in prima persona l’esperienza della consulenza filosofica individuale, magari provando a rispondere a questa domanda: qual è, se esiste, l’alternativa al controllo?
Per prenotare la tua sessione: [email protected]
Namastè!
Valeria