Spettacolare, come l’amore: quando la vita diventa il panorama più bello

“Possa il vostro cammino essere tortuoso, ventoso, solitario, pericoloso e portarvi al panorama più spettacolare”.
(Edward Abbey)

 

La settimana torinese si conclude con un aperitivo mozzafiato.

Siamo al 37° piano del Grattacielo San Paolo: da qui dominiamo la città e ci lasciamo rare dai giochi di luce creati dall’istallazione di un famoso artista che riflette sulle vetrate sfumature di colori delicati ed avvolgenti.

La musica jazz si sposa con il sapore della delicata crema di ceci e gamberi e il tocco leggermente frizzante del cocktail rinfresca la bocca e toglie la stanchezza di questa lunga giornata di lavoro.

E’ il tempo degli affetti, è il momento di chiudere le porte dell’ufficio e di dimenticare, almeno per qualche ora, i progetti e le iniziative che hanno catturato la mia attenzione nei giorni scorsi.

Così come la mente e lo spirito si inebriano per le continue occasioni di apprendimento e crescita che stanno arricchendo la vita professionale, lo sguardo del cuore, per la maggior parte del tempo, è focalizzato sulle opportunità che l’amore offre, piuttosto che sui dettagli di una quotidianità fatta di impegni, scadenze, calendari e impegni da progettare e incastrare con precisione chirurgica.

L’attenzione, infatti, è rivolta a quei piccoli dettagli che rendono l’altro assolutamente necessario per sentire che la vita assume pieno significato: una vicinanza, dunque, che sa di completamento, crescita, complicità.

Come un aroma che ti inebria e che esalta la tua essenza, l’amore ti chiede un impegno costante e un incondizionato e, a fronte di questo, ti ripaga con la sensazione di essere rigoglioso come una cascata la cui acqua disseta, rinfresca, dona gioia e accende il sorriso.

Mi preparo dunque al rientro a Bergamo con un pizzico di dispiacere e con la promessa di non perdermi, il prossimo week end, il calore di una serata in famiglia, fatta di un film da scegliere insieme e di qualche coccola sul divano di casa, ma anche con la gioia di potermi ritagliare qualche momento per il silenzio, per la pratica e per la condivisione evolutiva con i compagni del Gioco dell’Eroe.

Un arrivederci a prestissimo, dunque, cara Torino e un ringraziamento speciale per chi, con la rapidità di un razzo e la delicatezza di un fiore di pesco, mi permette di fidarmi ed affidarmi con crescente naturalezza, al processo di formazione e trasformazione.

Con l’augurio di un buon fine settimana e la speranza di incontrarvi al Meeting di pratiche filosofiche del 5 e 6 ottobre,

Valeria