Solo tre giorni per…

Tre giorni di silenzio. Tre giorni senza cellulare. Tra giorni in cui ho ridotto al minimo le interazioni con gli altri.

E questi tre giorni sono stati sufficienti per trovarmi più ancorata al presente.

Staccare anche solo per pochi giorni da internet, dal cellulare, dalle voci, è stato un modo bellissimo per ri-appropriarmi del tempo presente.

Nessuna nostalgia per il passato, nessuna sensazione di mancanza, nessun cenno di solitudine.

Stare bene con me stessa qualunque cosa facessi, vivere pienamente ogni azione, sentirmi totalmente coinvolta nel 1qui ed ora” mi ha permesso di riconoscere quanto il cellulare mi conduca spesso lontana da dove sono, quasi in un mondo parallelo.

Un mondo che, per quanto esista e sia a suo modo reale, ci toglie dalla concretezza degli spazi, da chi e da ciò che ci circonda.

Il silenzio, poi, mi ha rigenerata.

Mi ha ricordato che le parole sono energia e che sospenderle permette di trattenere qualcosa che altrimenti andrebbe disperso.

Limitare le interazioni, ciclicamente, ci ricarica, un pò come il detox alimentare.

Ci diamo modo di riposare, soprattutto, di far riposare la nostra mente, che continuamente viene bombardata da stimoli. Ci fa stare finalmente e totalmente con noi stessi e, nel mio caso, mi ha fatta sentire completamente immersa nella città in cui sono, Bergamo, nel suo movimento, nella mia casa, che raramente ho occasione di vivere da sola.

L’essere sola è stata decisamente un’esperienza che non ha nulla a che vedere con il senso di solitudine a cui spesso si teme di andare incontro.

É stato viversi, riscoprirsi, amarsi, trovare piacevole stare con me e assecondare i miei ritmi, i miei desideri.

Il fare, per quanto ci fosse, non era né un obbligo, né un modo di riempire il tempo: era piuttosto un’azione consapevole e vissuta con gioia.

E oggi, dopo questa immersione nel mondo, si fa ritorno “all’altro mondo”, quello che in molti saggi definiscono illusione.

Con l’augurio di coltivare sempre tempo di qualità con voi stessi, Valeria