“La coda di mucca è fatta così, per cacciare via le mosche senza far loro male”.
(Igor Yuganov)
Maestose e prepotenti, le mucche si avvicinano, come a voler conoscere chi, per qualche minuto, sta invadendo il loro territorio.
Nulla a che vedere con gli striminziti animali sacri che vagano per le strade di Rishikesh e che sembrano aiutarti a scegliere in quale ashram soggiornare.
Lui si ferma, richiamato dal mio appello e, ridendo, torna e mi prende per mano: di lì a pochi minuti dovrà farlo di nuovo, per evitare che la corrente gelida del ruscello si impossessi del mio corpo.
Questa gita domenicale è un (altro) esperimento ben riuscito: un modo diverso per conoscersi, per fare esperienza uno dell’altra in luoghi che, nella loro diversità, hanno in comune il fatto di farci sentire come se, stando insieme, ogni posto abbia il sapore di casa.
Il mare, la montagna, il treno, il salotto: nessuna eccezione.
Persino la distanza, che fa sembrare il tempo infinito e che rende ciò che viviamo comunque bello, ma meno completo, diventa allora un messaggio che ci porta all’inevitabile conclusione di voler iniziare, a più presto, a condividere tanto la quotidianità quanto le avventure fantastiche che, già lo sappiamo, la vita ci regalerà.
E che sapremo cogliere al volo, al pari delle sfide e delle difficoltà, che ci metteranno di fronte alle rispettive fragilità.
La relazione di coppia è un cammino.
Tra due persone che realizzano di amarsi, tra due cuori che esplodono di gioia, tra due menti che, dialogando, aprono piste di indagine inaspettate, tra due corpi che percepiscono il reciproco desiderio di unirsi, toccarsi, fondersi, e tra due anime che hanno scelto di crescere grazie all’altro e con l’altro.
Insieme, per passare dal due all’Uno.
Solo accettando che dissolversi nell’altro non è perdere se stessi, ma fondersi con il divino e fare l’esperienza dell’oltre-sè, ho potuto dare un senso nuovo al vuoto e alla mancanza.
E’ riconoscendo che la poesia che la Valeria-donna riconosce nel “sentirsi a metà senza la sua metà” è naturale e legittima, ho potuto ricostruire la mia unità, da sola, anche quando lui non c’è, anche quando io sono lontana, anche quando le cose sono come sono e non ha alcuna importanza che ci piacciano oppure no.
Ecco allora che, riconquistando questa prospettiva, ricordando che ogni volta in cui la mente torna a suggerire che le cose non sono perfette e che cerca un modo di correggerle, è il momento di fermarsi, fare un passo indietro e cercare in noi stessi la chiave per sciogliere la dipendenza o qualunque altra forma di attaccamento sia presente.
Grazie, allora, per questa settimana che è, al tempo stesso, interminabile e veloce,
Valeria