“Colui che danza cammina sull’acqua e dentro una fiamma”.
(Garcia Lorca)
Prendiamo la metropolitana nel cuore di Berlino e, dopo solo 15 minuti, ci ritroviamo in un luogo che sembra essere rimasto ai primi anni Sessanta.
I cigni si muovono con disinvoltura tra i passanti, i bambini tentano un timido approccio agli animali, che lasciano fare sperando di ricevere in cambio qualche pezzo di pane. Coppie di anziani passeggiano stanche e ben presto anche la nostra conversazione rallenta, adattandosi al dolce andamento del fiume.
Dal ponte si possono ammirare le case in tipico stile tedesco, si intravede il fumo uscire da qualche tetto a punta e il profumo della Sacher Torte solletica il palato e mi riporta all’infanzia, alle vacanze all’estero, ai pomeriggi di pioggia in cui si cercava riparo dal freddo in qualche bar.
E, mentre i pensieri sfumano, mi guardo attorno e mi chiedo cosa penserà la Valeria del futuro di quella giovane donna che ora passeggia accanto ad un ragazzo che ancora potrebbe restare un volto indelebile – l’ultimo dei miei ricordi, come lui stesso ha avuto l’ardire di ipotizzare – o essere solo una fugace apparizione.
Quel viso, che ora guardo, quella mano, che sto conoscendo, quella voce, che inizia ad essere familiare, quella persona, che di giorno in giorno diventa più reale, parlano di un’immagine che ha preso vita.
Parlano di quelle parole, messe nero su bianco in una calda serata di fine settembre, che hanno trovato il modo di diventare reali.
Senza bisogno che agissi, senza dover far nulla se non aspettare che tutto fluisse e che le circostanze rendessero giusto questo incontro, il pensiero è entrato in contatto con la materia e, come in una danza, l’uno ha influito sull’altra.
E noi stessi ora partecipiamo a questo movimento dialettico che vede la scrittura dialogare con la vita e la realtà adattarsi ai nostri desideri e al tempo stesso sorprenderci.
Questo incessante scambio ci fa oscillare tra due mondi: quello dei simboli, delle sensazioni profonde che l’anima crea e genera, e quello esterno, che in parte lo rispecchia e in parte lo integra.
Il sole sta già calando e, dalla prospettiva di chi sa di essere tanto spettatrice quanto attrice del sogno, sento di potermi, io stessa, relazionare con maggiore facilità alla vita.
Con la speranza che un giorno il corpo, la mente e l’anima si armonizzino totalmente alla danza della vita,
Valeria