Saluto lo piscologo con un senso di leggerezza. Lo stesso che ho provato davanti al mio piatto oggi a pranzo.
Essere lì, davanti al cibo e sentirsi finalmente libera. Libera dalle etichette, libera di scegliere, libera dalle regole e dalle idee di cui la mia testa era (ok, è!) piena.
Libera di ringraziare per ciò che hai, libera di aspettare a mangiare per prendersi del tempo ed osservare il gioco di colori tra pomodorini, rucola ed olive. Libera di lasciare andare l’attaccamento ad una certa dieta – intesa come scelta alimentare.
Libera di essere, libera di cambiare.Libera di salutare quella me stessa con cui mi sono identificata negli ultimi anni. Libera, così, di ritrovare me stessa.
Sento l’attaccamento ad una certa immagine di me, un’immagine funzionale, quella che mi ha accompagnata nel mio percorso di crescita, quella che mi è servita come corazza e che ho visto crollare sotto il peso di emozioni che non sapevo gestire e di ruoli che stavano dientando una prigione.
Mi ascolto, ascolto i pensieri che attraversano la mente e inizio a riconoscere che tutte quelle idee che in modo persuasivo, stavano guidando le mie scelte e le mie azioni, e finalmente le lascio andare: ecco la libertà.
Libertà di dissolvere l’identificazione con i miei pensieri, con il mio corpo, con il mio sogno.
Realizzo tutto questo in silenzio, felice, davanti a quel cibo che torna ad avere un valore sacro e ad essere nutrimento per il corpo, per l’anima e la mente.
Realizzo tutto questo e ritrovo la fiducia nella vita, in quella vita che mi ha sempre condotta oltre me stessa e oltre la mia storia e riconosco che lasciare andare un sogno significa prima di tutto essere disposta, davvero disposta, a vivere la mia vita, a vivere una vita che sia non solo il naturale proseguimento della storia dell’io, ma che sia la scoperta delle infinite me stesse a cui posso dar vita.
E mentre questo magico processo si compie, mentre nella mia mente e nel mio cuore ringrazio chi mi sta accanto in questo momento che a tratti apparte irto come non mai, nell’anima risuona con una forza la voce del mio Agente di Viaggio Evolutivo: gli sorrido e lui, che oggi, ancora, appare sotto forma di guida interiore, mi ripete che “Chi non evolve, si dissolve“.
E capisco, allora, che è davvero così, che se non sono disposta a lasciare andare il mio sogno o l’attaccamento ad esso, rischio di dissolvermi, mentre oggi, in questa bella giornata di sole, oggi, che i colori dei miei vestiti si sposano a quelli della primavera e dei prati in fiore, oggi voglio fiorire, voglio sbocciare, voglio diventare una farfalla che vola nel cielo.
Grazie, dunque, ai miei sogni e grazie a chi mi sta insegnando cosa significa sentirsi liberi di lasciarli andare ed affidarli al vento.
Con affetto, gratitudine, riconoscenza, fiducia,
Valeria