“Quando ci rapportiamo agli altri in questo modo, diventiamo migliori e rendiamo migliori anche gli altri”.
Parto da qui.
Parto da Daniele e da questa sua frase.
Parto dalla naturalezza e dalla spontaneità con cui si è relazionato a me in questi giorni e che riconosco in chi è in pace con se stesso.
Parto dalle sue parole, chiedendomi se abbia intuito quanto questa frase stia lavorando dentro di me e, più in generale, chiedendomi se sia consapevole di quanto le parole siano in grado di “plasmare”, “guarire” e “generare mondi possibili“.
Ma, forse, questa è Valeria, non è Daniele.
E la bellezza dell’incontro con l’altro è proprio lasciare che gli stimoli che ti offre, diventino tuoi e che tu, a tua volta, possa restituirli, modificati e arricchiti di nuove sfumature, a chi gentilmente te li ha prestati.
Inizio da tutto questo e, in un altro luogo, in un altro mondo, osservo gli occhi di Mauro: ridiamo, a cena, mentre ci raccontiamo a cuore aperto di luci e ombre che ciclicamente si manifestano e vivono attraverso di noi.
Mangiamo, chiacchieriamo, e ci stupiamo di come questa vita stia prendendo una piega talmente strana da trasformarci, con tutta probabilità, da guru della meditazione (o, per dirla con il caro Roberto, da guru della biofilosofia e del mindful eating) a mangiatori compulsivi o improbabili testimonial di Prozac& co. 😉
E’ grazie a Mauro che ho imparato a ridere dei lati più oscuri della psiche e vivere questa leggerezza come una conquista.
Ed è grazie a Daniele che ho scoperto di riuscire a portare questa naturalezza con me, in ciò che faccio e nei luoghi che visito.
Poi, piano piano, luoghi e fugre si mescolano.
I confini e i contorni sfumano e, come un mosaico, si delinea il quadro di ciò che sono e ciò che cerco, dei miei valori e delle cose che contano davvero, della persona che sei e di quella che vorresti essere.
Ringrazio, allora, a chi mi ha permesso di recuperare un frammento di me.
Grazie a tutte le persone incontrate a Napoli che spero di rivedere presto, grazie a chi, da casa, mi ha scritto e pensato, anche se questo talvolta ha significato far affiorare nostalgia e solitudine.
E grazie, in particolare, a Mauro e Daniele per essersi prestati a diventare – per dirla con James Hillman – “immagini” o archetipi di quel sogno tanto bello che sta diventando la mia vita.
Con affetto e con la voglia di incontrare presto non solo le immagini, ma le persone che danno vita a questo sogno,
Valeria