“Il ricordo è il tessuto dell’identitià”
(Nelson Mandela)
Una canzone è un pò come una fotografia: può restarti nel cuore e rievocare, ogni volta che la ascolti, una particolare esperienza.
Può fissare un ricordo o un’emozione, farti scivolare indietro nel tempo o catapultarti verso le aspettative che, in un determinato momento della tua vita, nutrivi verso il futuro.
Tutti abbiamo una o più canzoni del cuore e forse in passato, quando ancora non c’era youtube e quando, per ascoltare la hit del momento dovevi restare con l’orecchio attaccato alla radio o chiamare tu stesso in radio per richiederla, la ritualità e l‘attesa connessa all’appagamento del desiderio musicale, conferivano alla musica stessa un valore emotivo del tutto particolare.
Un pò come quando, in vacanza o in un’occasione speciale, scattavi una fotografia e poi non vedevi l’ora di andare a ritirare in negozio le stampe.
Sembra la vita precedente. E forse, in un certo senso lo è.
LA PRATICA
Oggi, in questa giornata tinta di un pizzico di nostalgia per i giorni dell’adolescenza, oggi, in occasione del compleanno di uno dei miei più cari amici d’infanzia, Vi propongo una pratica che si rifà alla tradizione degli esercizi filosofici intesi come occasione per ripercorrere le tappe della propria vita e per riflettere con un giusto mix di senso critico e di gentilezza verso se stessi, sulle scelte fatte e sulla direzione che ha preso la propria vita.
COSA SI FA:
Ripesca tra gli oggetti del passato qualcosa che per te sia veramente significativo: una fotografia, un vecchio orologio, un diario di scuola che hai conservato, ma anche il libro delle favole di quando eri bambino o un ricordo di una vacanza.
Osserva attentamente questo oggetto, come se lo vedessi per la prima volta ed annota su un foglio tutti i particolari che riesci a trovare: colore, forma, dimensione, peso, sensazione tattile dell’oggetto, eventuali parti rovinate, ecc… Se si tratta di una vecchia audio-cassetta, descrivi l’oggetto e poi annota tutto ciò che puoi sulla canzone: riscirvine il testo, identifica gli strumenti e il ritmo.
Quindi descrivi esattamente quale ricordo associ all’oggetto: scegli un singolo episodio e inserisci nel racconto quanti più elementi rintracci nella memoria: quanti anni avevi, dove ti trovavi, chi c’era con te, cosa stavi facendo, quali emozioni provavi, perchè l’oggetto è tanto importante.
Ora, ritorna nel presente e annota le tue riflessioni di oggi: cosa prova la persona che sei oggi ripensando a quel particolare episodio? Perchè lo ritieni tanto importante? In che modo ha segnato la tua infanzia o giovinezza? Che cosa vede la persona che sei oggi, guardandosi per come era in passato? Che cosa ha da dire il te-stesso-di-oggi al te-stesso-di-quel-momento?
Infine, immagina di avere il potere di cambiare un singolo dettaglio del momento a cui associ l’oggetto: puoi cambiare una e una sola cosa che è accaduta: che cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente? Quali conseguenze questo avrebbe avuto sulla tua vita attuale? Per quale motivo scegli di modificare proprio quel fatto? Che conseguenze emotive ha sul te-stesso-di-ieri e sul te-stesso-di-oggi?
Tieni con te il foglio su cui hai annotato queste riflessioni e leggilo ogni giorno per una settimana. Al termine dei sette giorni, annota eventuali riflessioni.
Quindi, inviami il tuo lavoro: diventarà il punto di partenza per la riflessione filosofica individuale.
Per prenotare la tua sessione filosofica: Valeria