Only the brave: accogliere i messaggi dell’ombra

Voci di corridoio mormorano che lungo il cammino l’Eroe si troverà nuovamente alle prese con un’importante sfida evolutiva.

Di certo, questo terzo livello de Il Gioco dell’Eroe, il workshop di immaginazione creativa di Gianluca Magi, si sta già rivelando tanto affascinante quanto impegnativo.

Come accade ultimamente, infatti, anche ieri, ho dato carta bianca alla mia ombra, permettendole di agire attraverso me stessa. Ed anche stavolta l’ombra non ha disatteso le mie aspettative.

Proprio così: è bastato andare oltre l’apparenza e smettere di interpretare il mio comportamento come un boicottaggio, per lasciare affiorare un prezioso messaggio dell’anima.

Eccoci lì, dunque, io e miei genitori, protagonisti più o meno consapevoli di una costellazione familiare “dal vivo” e, quasi spinti da una intrinseca necessità, ci ritroviamo dentro una scena già nota.

Ma stavolta c’è qualcosa di diverso.

Mentre tutto accade, infatti, mi rendo conto che quella che agisce non sono io, che quelli non siamo noi.

Non credo più a ciò che sta accadendo, non credo che ciò che stiamo interpretando sia qualcosa di davvero inerente alla nostra situazione di questo momento, a ciò che siamo ora.

Più che dalla dipendenza, infatti, è dall’idea stessa di dipendenza che ci stiamo liberando: si tratta di sradicare un pensiero.

Certamente, stiamo agendo, proprio come attori che realmente interpretano la loro parte, ma siamo al tempo stesso altro da tutto ciò: la dinamica della dipendenza, adesso, non ha più alcuna presa su di noi. 

La agiamo, ma non ha la forza di attecchire. Abbiamo smesso di crederle.

Ce la siamo già lasciata alle spalle, esattamente come ci siamo lasciati alle spalle una certa storia, di noi, della nostra famiglia, una certa visione del mondo ed un certo modo di leggere gli eventi.

Siamo pronti per un (altro) cambiamento: siamo pronti ad immergerci in un nuovo copione, nel quale i modelli di riferimento che ci hanno guidati negli ultimi anni sono semplicemente superflui.

Ci sono, ci siamo. Siamo pronti a cambiare la nostra geografia, fisica e mentale: è arrivata l’ora di aprire le porte ad una nuova avventura e prepararci a girare le scene di un nuovo film.

Nel realizzarlo mi attraversa un brivido a cui mi affido piena di fiducia e consapevolezza: non come voglio io, dunque, ma come vuoi Tu. Non dove voglio io, ma dove vuoi Tu.

Namastè