“Ma da queste profonde ferite nasceranno farfalle libere”.
(Alda Merini)
E poi sei arrivato tu…
Che mi hai insegnato cosa significhi appartenere a qualcuno.
Che mi hai fatta sentire parte di qualcosa, parte di noi.
Che mi hai dato, in così poco tempo, tutto quello che, da donna, da anima, da persona, ho sempre desiderato.
Amore, passione, fiducia, complicità, gioia, progettualità, gioco.
Ti ho amato col cuore, con il corpo, con la mente e con l’anima. Ti ho amato con ogni parte di me, donandoti tutto ciò che sono: ciò che mi è sempre appartenuto e quello che ho scoperto di poter essere grazie all’incontro con te.
Ti ho amato con il mio passato, rendendotene partecipe attraverso le pagine di quel diario che ti ho regalato.
Ti ho amato sognando un futuro di cui tu potessi far parte.
E ti ho amato nel presente e col presente, nelle scelte che ho fatto, nei tentativi di correggere ciò che non funzionava.
Ti ho amato con la dolcezza dei miei sguardi, ti ho amato nelle notti in cui ti accolto tra le mie braccia.
Ti ho amato con il dolore delle ferite che si sono riaperte quando ho visto le cose importanti scivolarmi tra le mani e con la tenacia di chi vuole difendere, più ancora di ciò che ha, ciò che è.
Ti ho amato quando ho visto in te un uomo, provando per la prima volta l’emozione di pensare che fossi mio, per sempre, e che potessi essere tua, per sempre.
Ti ho amato nel riconoscere che, per la prima volta, avevo trovato qualcuno da cui non desideravo scappare e ti ho amato ogni volta in cui, per proteggerti e proteggerci, ho preso le distanze e sono partita.
Ti ho amato sempre, anche nei momenti in cui non ho avuto abbastanza forza per amare me stessa, anche nei momenti in cui sarebbe stato più semplice incolparti che assumermi la repsonsabilità di ciò che non ha funzionato.
Forse è lì che ho capito che oltre all’amore c’era il bene: quando mi sono accorta di aver privilegiato ciò che desideravi rispetto a ciò che avrei voluto per noi.
E da qui, dalla prospettiva di chi sa di dover necessariamente guardare al futuro per trovare la forza di attraversare la sofferenza e darle un senso, riconosco che l’unica via per non farsi sopraffare dagli eventi, è lasciare che l’amore continui a fluire, a scorrere e ad accompagnarmi in ciò che faccio, in ciò che sono, in ciò che ancora posso darti e nell’emozione che ancora provo guardandoti.
Con amore, dunque,
Valeria