“Non credo che l’universo si possa spiegare solo con cause naturali e sono costretto ad imputarlo alla saggezza e all’ingegnosità di un ente intelligente” (Isaac.
Newton)
Immagino che a Newton sarebbe piaciuto fare yoga.
Forse non si sarebbe trovato propriamente a suo agio nella posizione dell’albero o in quella sulla testa, ma certamente avrebbe apprezzato l’etica yogica e l’anelito al perfezionamento che caratterizzano questa antica disciplina.
L’interesse principale di questo scienziato che ha definitivamente sancito il tramonto dell’immagine aristotelico-tomista dell’universo, infatti, non era la scienza, ma la teologia.
Newton considerava la conoscenza del mondo e la filosofia naturale come via di accesso alla teologia, poiché proprio la comprensione delle leggi in base a cui Dio ha creato l’universo, è uno specchio dell’intelligenza di Dio stesso.
Per questo l’uomo dovrebbe applicarsi incessantemente nello studio.
Non solo, dovrebbe osservarsi a fondo e cercare in ogni modo di migliorarsi, acquisendo abitudini e stili di vita conformi ad un’etica che, nella sua applicazione, vede il lavoro come strumento di purificazione di sè.
Un po’ come nel karma yoga.
Anche lo yoga, infatti, promuove il servizio disinteressato, inteso come via per coltivare il non-attaccamento e eliminare alla radice l’idea stessa di successo o fallimento.
Offrire se stessi, donarsi, mettere a disposizione degli altri ciò che siamo, ciò che facciamo e ciò che possediamo, diventa quindi una via di realizzazione, una strada che ci conduce alla scoperta che la vera ricchezza è proprio liberarsi dall’ego e dai suoi piccoli confini.
Facendolo, sentiamo il flusso della vita, la sua infinita abbondanza, la sua forza che, ostinatamente e incessantemente, desidera scorrere dentro di noi.
Per condurci alla piena espressione delle nostre potenzialità, ma anche per condurre a noi tutto ciò di cui abbiamo davvero bisogno.
Che, spesso, è di gran lunga diverso da ciò che la mente razionale desidera.
L‘invito di oggi, allora, è dare e darsi, coltivando l’azione disinteressata. E restare aperti per celebrare la ricchezza dell’universo. In qualunque modo essa si manifesterà nelle nostre vite.
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Valeria