“Chissà perché la notte, come la gomma, è di un’infinita elasticità e morbidezza, mentre il mattino è così spietatamente affilato”.
(Banana Yoshimoto)
Lui: lui si gira nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Si volta da un lato, poi dall’altro.
Osserva le lancette dell’orologio muoversi, implacabili e indifferenti al suo bisogno di allontanarsi dal domani.
Lei: lei si arrotola tra le lenzuola, lascia che il calore che il corpo sprigiona durante la notte la accarezzi e la faccia sentire amata. Forse un pò meno sola.
Si chiede cosa fare e come occupare le ore che la separano dall’indomani mattina. Si chiede se, alla fine, deciderà di alzarsi, di andare a correre, come d’abitudine. Si chiede se cambiarsi, uscire e andare al lavoro, se vivere un giorno di più quella vita.
Entrambi si osservano: il silenzio della notte non permette loro di fuggire da ciò che sono e di fare i conti con una realtà che è diversa da quella che avevano immaginato.
Poi lei si alza, sfida il buio, sfida la solitudine, sfida un presente già scritto ed il futuro a cui sembra condannata.
Si alza e decide che le cose possono cambiare.
Decide che, ovunque si trovi, quello è il posto giusto e il momento giusto per fare i conti con ciò che l’insonnia cerca di dirle: decide che è arrivato il momento di osservare se stessa, per poter finalmente riconoscere che cosa, nel suo intimo, ha sempre cercato.
Decide di lascare parlare il vuoto, di dialogare con lui invece che ignorarlo, soffocarlo, respingerlo.
Decide di dare a se stessa l’opportunità di un’esistenza autentica. onesta, coerente con la sua natura più profonda e più vera.
Decide di essere se stessa e di ricominicare a vivere.
Comprende di avere una sola vita e di non volerne sprecare nemmeno un minuto.
E così inizia a scrivere, a dirsi, a ri-conoscersi.
E lui, dall’altra parte del giardino, forse nemmeno immagina che la donna che ha sempre cercato sia tanto vicina.
Forse non sa che tutto ciò che li separa è la tacita ostinazione che li ha finora spinti a negare, persino a se stessi, ciò che stanno cercando.
Forse, stanotte, entrambi faranno i conti con ciò che dà senso all’esistenza, scoprendo che basta semplicemente portarlo alla luce per permettere alla luce stessa di guidarli verso la felicità.
Forse, domattina, quando lei uscirà di casa per andare a correre e lui si dirigerà verso il parcheggio, con l’impermeabile e la ventiquattore, riusciranno finalmente a vedersi. E a riconoscersi.
Forse, il silenzio della notte, troverà così modo di restituire loro ciò che sembrava perso per sempre.
Con affetto, gioia, amore,
Valeria