Lettera d’amore e d’addio: la prospettiva dell’Anima

Addio: “Modo di salutare separandosi, ben augurando a chi resta o a chi parte, quasi intendendo ‘ti raccomando a Dio”.

 

Non posso dire che tu sia arrivato senza preavviso, eppure, quando ti ho visto, non ti ho riconosciuto subito.

Non mi è stato immediatamente chiaro che tu fossi la persona che aspettavo, quella che mi avrebbe regalato la gioia di un nuovo amore, la magia di un sentimento che nasce e la profondità di un rapporto che si è consolidato giorno dopo giorno.

Ho visto nei tuoi occhi la trasparenza, e nel tuo abbigliamento informale la sicurezza di chi crede che le cose davvero importanti non sono quelle che si colgono con gli occhi esteriori, ma quelle che si raggiungono quando apriamo le porte dell’anima e lasciamo che l’altro abbia accesso a parti di noi che forse ancora non conosciamo, ma che ci appartengono e che, ad un certo punto, chiedono di esprimersi.

Ti ho sempre detto che eri “il mio fiore di Bach“, che avevi il potere di farmi sentire bene, più sicura e forte. Me ne sono accorta sin dall’inizio e ne sono convinta anche oggi che, a malincuore, ci diciamo addio.

Guardare una relazione in retrospettiva, senza cercare colpe nè colpevoli, ma con la sensazione che ciò che hai vissuto sia stato un meraviglioso regalo ed una preziosa opportunità, mi fa sentire estremamente grata.

Grata per averti incontrato, grata per aver avuto il coraggio di viverti, da vicino e anche a distanza, grata per le ferite che mi hai aiutata a guarire e per quelle che con te ho scoperto di avere.

Sono grata anche ora, per non trovare, in fondo al mio cuore, alcuna traccia di rabbia o di senso di colpa. E grata perchè le parole con cui ci siamo detti che le nostre strade si sarebbero divise, erano colme di amore e rispetto.

Grata perchè ti auguro ogni bene, dal profondo del cuore, e perchè le lacrime che sono scese per tutta la notte non parlavano di rimpianto o di accuse, ma di un profondo sentimento che è sopravvissuto alla distanza e alle differenze.

Mi hai insegnato che esistono infiniti modi per vivere la vita e muoversi nel mondo.

Mi hai resa consapevole dei limiti entro i quali stavo costruendo la mia felicità e mi hai costretta ad uscire tante e tante volte dal mio “io” per scoprire di essere qualcosa di più di ciò che la mente aveva deciso dovessi essere.

Non sempre è stato facile, non sempre ne sono stata capace, ma il solo provarci, ancora e ancora, è stato trasformativo.

Ho trovato me stessa ogni volta in cui sei partito, quando ho fatto i conti con la solitudine e quando ho deciso che avrei vissuto pienamente ogni singolo giorno, anche in tua assenza.

Ho trovato me stessa quando ho deciso di volare da tequando ho scoperto di amare tanto e profondamente la città che per un pò ci ha visti insieme, a condividere una casa tutta nostra ed una routine che sapeva di felicità, complicità, tenerezza e condivisione.

Che sapeva di progetti e possibilità, che sapeva di amore e libertà.

Grazie Filippo, grazie anche ora, che il cuore stringe e lo stomaco è chiuso.

Grazie, perchè sto scoprendo di saper stare con questa sofferenza, di poterla e volerla esplorare, per trovarvi la mia forza.

Grazie per gli abbracci, l’amore e il sostegno che mi hai dato e anche per ogni volta che ciò che desideravo non arrivava.

E grazie perchè, nell’esplorare i motivi della nostra rottura, ciò che prevale è la capacità di osservare gli eventi e il loro significato a partire dal valore che essi hanno avuto nella mia vita.

Di tornare a me stessa, insomma.

Sto tornando a vedere me stessa, al di là del “noi” e a capire (o ricordare) che le persone entrano ed escono dalle nostre esistenze per insegnarci e donarci qualcosa.

E, così come non ha senso opporsi alla forza di un amore che nasce, così è altrettanto illogico opporsi alla corrente e ancorarsi nella sofferenza quando le cose cambiano.

E’ forse questo ciò che sto vivendo ora: la dimensione “umana” di un lutto da elaborare e la visione “animica” del fluire delle cose, del lasciarsi guidare dagli eventi, del far mia la capacità di stare nell’accettazione e nell’assenza di sforzo e di benedire ogni giorno passato insieme e ogni giorno che verrà.

E quando lo faccio, quando guardo la vita con gli occhi dell’anima – cosa a cui aspiro e che guida ogni attività di FilosofiaAmica – identifico con chiarezza il ruolo che hai avuto nella mia vita e il motivo per cui le nostre anime hanno scelto di incontrarsi.

Ecco perchè oggi mi sento fortunata: perchè, nella perdita e nel dolore, sto trovando una Valeria che amo. E questo accade solo quando l’io si scioglie e lascia il posto al divino.

Con stima, amore e davvero tanta gratitudine per questi due anni così ricchi,

Valeria