“Partire è un po’ morire,
è morire rispetto a ciò che si ama:
si lascia un po’ di se stessi
a ogni ora e in ogni luogo”.
(Edmond Haraucourt)
“Dove te ne vai Trab?” mi dice. “Resta qui!“.
I nostri cuori traboccano d’amore e nei suoi occhi intravedo un bagliore, frutto dell’emozione: non avrei potuto desiderare un arrivederci migliore.
Un mese è lungo, inutile negarlo.
Ci perderemo le lunghe passeggiate, le ore abbracciati a raccontarci la vita, i momenti di scambio e confronto sui temi più svariati. Ci perderemo i giochi e le risate.
Lo sappiamo e una parte piange per questo.
Ma quello che ci prepariamo a vivere, più che una separazione, è una diversa esperienza di noi: sempre connessi, seppur fisicamente distanti.
I trenta giorni che trascorrerò a Bracciano, dall’1 al 31 agosto, saranno quindi il tempo necessario per far sì che la mente, il cuore e l’anima si abituino all’idea che le vallate e i cieli che fanno da sfondo a queste giornate estive diventino il paesaggio che chiameremo “casa“.
Una nuova geografia, dunque, fisica ed emotiva, per un settembre carico di scommesse, sogni, idee e vita.
Come la lettera maiuscola che segna l’inizio di una nuova frase, l’Amore assumerà allora la forma dell’uomo che sarà lì ad attendermi e a verificare se questa esperienza di Karma Yoga avrà cambiato la persona, oltre che l’anima.
E, alla stregua di un trampolino, questo lungo mese di agosto spianerà la strada ad un autunno fatto di cambiamenti personali e professionali.
Con straripante amore,
Valeria