“Noi dovremmo ogni notte chiamare noi stessi a rendere conto: Quale debolezza ho vinto oggi? A quale passione mi sono opposto? A quale tentazione ho resistito? Quali virtù ho acquisito?”
(Lucio Anneo Seneca)
12 bustine, ciascuna delle quali con un diverso tipo di seme al suo interno.
Ma non si tratta di semi qualunque.
Niente fiori o frutti, infatti, ma 12 diverse virtù, quelle indicate da Aristotele nell’Etica Nicomachea: a ciascun partecipante il compito di scegliere le 5 che ritiene più importanti nell’esercizio della propria attività lavorativa.
A seguire, un confronto con il gruppo e il tentativo di co-costruire il significato della virtù che la comunità di ricerca ha ritenuto la più importante.
Parliamo quindi si saggezza, ma anche di affidabilità e di giustizia. E proviamo a calare le riflessioni e gli stimoli che emergono nella realtà di un ambiente di lavoro per molti versi complesso.
Attraverso il dialogo e le sollecitazioni del facilitatore emergono quindi esempi concreti e dilemmi morali.
Cosa significa, per esempio, agire in modo giusto quando la norma che dobbiamo far rispettare non tiene in considerazione la situazione concreta in cui le aziende operano?
Quali sono, oltre alle competenze tecniche e alle conoscenze specifiche, le qualità che rendono un lavoratore affidabile?
E, per fare un altro esempio, come essere saggi nell’esercizio dell’attività lavorativa? E’ qualcosa che si impara o è piuttosto un requisito pregresso da applicare?
I dialoghi sono sempre carichi di spessore e il rimando all’esperienza personale permette anche a quanti hanno poca dimestichezza con le argomentazioni astratte di trovare in ciò che viene detto, spunti da applicare alla propria situazione.
Trovando così nella teoria opportunità di miglioramento.
In questo modo, la giornata di formazione diventa un’opportunità di vera trasformazione.
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