L’Amore, tra parole, abbracci ed una lunga parentesi di gioia

“Si limitò a guardarmi. Quello sguardo mi disse tutto quello che c’era da dire”.
(Charles Bukowski)

 

 

Lei lo cerca con lo sguardo, lui la raggiunge con passo sicuro.

Insieme, ancora una volta.

I loro incontri sono inaspettati, eppure sempre attesi.

Sono un dono, un regalo, una parentesi di gioia.

Sono la loro occasione di chiudere col mondo, di lasciare tutto e di coltivare quella parte di noi che sa vivere libera e che non vuole – nè può – rinunciare ad esserlo.

L’Amore per loro è un insegnamento.

E’ il desiderio di una dimensione che trascende la quotidianità e che li riporta alla condizione in cui tutto è ancora possibile, in cui loro sono possibili, in cui la loro storia, questa storia, può trovare una collocazione dentro un universo di idee e di convenzioni a cui cercano in ogni modo di ribellarsi.

D’altronde, come può l’Anima vivere una vita fatta solo di impegni e scadenze?

Come possiamo permetterle di esprimersi quando tutto sembra già scritto, calcolato, prevedibile?

Come può, l’Anima, creare, giocare, manifestare, se non le diamo il tempo di affiorare e non le permettiamo di condurci alla scoperta di noi stessi e delle mille sfumature dell’Amore?

Parlano di questo, quando sono insieme. Non lo sanno, eppure parlano dell’Amore.

Ne parlano con i gesti e con i sorrisi. Ne parlano con la dolcezza di chi sa ascoltare e con ogni non-detto.

Ne parlano baciandosi e lasciando cadere gli abiti a terra.

Ne parlano facendo l’amore. Con tenerezza, con passione, con impeto, con gioia.

Parlano d’Amore quando si sfiorano con timidezza e quando lui la abbraccia facendola sentire protetta.

Parlano d’Amore quando si scambiano promesse. E anche quando sanno di non poterle mantenere.

Parlano d’Amore quando decidono di partire e quando trovano il coraggio di cambiare.

Parlano d’Amore quando ascoltano la mente meno di quanto facciano con il cuore.

Parlano d’Amore ogni volta che vorrebbero spingersi oltre e anche quando, poi, si scoprono impacciati.

Parlano d’Amore quando si chiedono affetto e riconoscimento.

Vivono nell’Amore ogni volta che stanno nel presente, quando sentono che ogni istante è prezioso e quando il tempo segna il confine tra il sogno e la realtà.

Parlano d’Amore quando sognano di baciarsi e ne parlano quando si promettono di sentirsi al più presto.

E parlano d’Amore anche nelle attese, nelle pause, nei silenzi e nelle assenze.

Parlano d’Amore proteggendosi l’un l’altro dalle reciproche paure, dalle gelosie e dai consizionamenti.

Proteggono se stessi, proteggono l’altro, proteggono quella dimensione pura dell’essere che non accetta di sentirsi costretta nei limiti delle rispettive personalità

Anche così parlano d’Amore: restando qualcosa di diverso da ciò che la vita, fuori, chiede loro di essere.

Non è facile parlare d’Amore, non è facile viverlo, l’amore. Non è facile liberarsi dai giudizi, dai limiti, dagli obiettivi e dalle aspettative.

Non è facile Amare, bisogna imparare a farlo, bisogna ripulire un sentimento naturale e una condizione stabile dell’essere dal retaggio culturale, sociale, familiare, personale che lo condiziona, lo priva della sua purezza originaria, lo sproca con accuse e moralismi, lo inquina con limiti, regole restirzioni.

Non è facile Amare, ma se non si impara a farlo, si resta ai margini dell’esistenza.

E la vita ti scivola davanti lasciandoti l’amara sensazione di essere rimasto al bordo del campo mentre gli alti giocavano la partita al posto tuo.

Non è facile Amare, eppure non vivi davvero se non quando ami.

Con amore, dunque, e gratitudine verso le occasioni che la vita mi offre per ricordare sempre di amare molto e di essere molto amata.

Valeria