La realtà come gioco degli specchi

“Gli specchi dovrebbero pensare più a lungo prima di riflettere”.
(Jean Cocteau)

 

I libri sulla legge di attrazione dicono che mettere nero su bianco (meglio, anzi, usare matite e fogli colorati) i propri desideri ci avvicini di un passo alla loro realizzazione.

La parola, scritta o pronunciata, è infatti un comando che dà il via al processo della manifestazione degli eventi.

Che la realtà esterna sia uno specchio di quella interna, è qualcosa che gli yogin dicono da millenni e che, in fondo, possiamo anche noi sperimentare quando osserviamo gli eventi dalla prospettiva del testimone, ovvero, con un certo distacco.

Liberarsi dall’identificazione con l’Io, permette infatti, di riconoscere negli eventi che viviamo degli schemi ricorrenti o una carrellata di emozioni che, probabilmente, ci sembrano talmente “nostri” da portarci a sviluppare una sorta di attaccamento verso di essi.

Perchè, lasciarli andare, anche quando fanno male, significa, in qualche modo, rinunciare a noi stessi.

E, tuttavia, prendere le distanze da ciò che abbiamo sempre fatto o dal modo in cui abbiamo sempre vissuto un evento, è spesso il primo, necessario, passo per attivare una trasformazione della situazione.

Se, infatti, siamo un sistema, è evidente che un elemento di novità avrà effetti non solo sul singolo, ma anche su tutti i membri del sistema stesso.

Ecco perchè, se ci troviamo in una situazione conflittuale, la più economica tra le scelte è quella di partire da noi stessi e chiederci che cosa possiamo fare di diverso.

Scopriremo così, più spesso di quanto si possa pensare, di essere co-creatori delle cose che ci accadono e, in secondo luogo, di poter tornare ad essere registi, oltre che attori, della sceneggiatura della nostra vita.

In molti casi basta un pò di esercizio, in altri, chiedere aiuto e sostegno nel percorso, anche per un breve periodo, si rivela una scelta strategica e dai buoni risultati.

Perchè, se è vero che nessuno può camminare al posto nostro, è altresì vero che avere un buon compagno di viaggio può fare la differenza.

Con gioia,

Valeria