La meditazione come opportunità di cambiamento

“… e poi

anche morire potrà

sembrarci dolce, plausibile”.

(Giuseppe Conte)

 

Tra i tratti distintivi dei bergamaschi c’è sicuramente la testardaggine, intesa come risolutezza a fare di testa nostra e, possibilmente, a raggiungere la cima della montagna facendo affidamento esclusivamente sulle proprie gambe.

Se alle materne origini orobiche si aggiunge poi un padre lissonese che si vanta del fatto di restare sempre fedele alle sue posizioni, si capisce bene come mai, per me, l’avere ragione sia una sorta di manifesto.

Eppure… eppure…

Eppure oggi, al termine della meditazione mattutina, ecco aprirsi uno spiraglio.

Arrivata come intuizione improvvisa – una di quelle di cui è buona abitudine fidarsi – ho  realizzato quanto l’aderenza ad un’idea possa a volte rappresentare un ostacolo al cambiamento.

Le idee, ormai si sa, sono solo apparentemente prodotte da noi: è più corretto affermare, invece, che siamo come ricettori in grado di sintonizzarci su un pensiero o l’altro.

A seconda della frequenza con cui ci allineiamo, risuoniamo con immagini di gioia, consapevolezza, evoluzione o con tutto ciò che ci risucchia, privandoci di ogni energia e slancio vitale.

Persone, luoghi, letture, cibo, attività: tutto ciò contribuisce a portarci nell’una o nell’altra direzione.

In questo momento così ricco di positività, allora, incontrare qualcuno che ti suggerisce una strategia operativa (un’idea) diversa da quella abituale, è un’ulteriore testimonianza di essere in cammino e possibilità di vivere, ancora una volta, un momento di svolta.

Questo necessariamente implicherà morire a me stessa – ossia lasciare andare qualcosa – ma anche sviluppare nuovi tratti della personalità, nuove potenzialità: accettare nuove sfide e trovare le risorse per superare le prove.

E nel viaggio, ora so, non è necessario essere soli.

Pensandoci bene, una grande fetta dell’umanità è in un momento di risveglio.

E allora, da questa nuova prospettiva, ri-consegnare un po’ della mia “bergamaschità” al regno dell’immaginale ed attingere dallo stesso luogo maggiore apertura ed accoglienza, significherà automaticamente aprirsi e attirare nuovi eventi, nuovi sogni, nuovi compagni di Viaggio.

Grazie, allora, per chi mi sta facendo vivere la morte come necessaria premessa dell’essere e sta ponendo sul mio cammino ramoscelli e fiori colorati.

Con l’augurio di un buon risveglio,

Valeria