Il silenzio è la gentilezza dell’universo.
(Abdelmajid Benjelloun)
Le strade sono deserte, la città appare desolata.
Il grigio di questa giornata non aiuta a tenere alta la motivazione e la sensazione che la fragilità con cui faccio i conti da qualche giorno sia in realtà esperienza comune diventa chiara semplicemente osservando gli sguardi delle persone che, prudentemente, mantengono le giuste distanze e si coprono il volto con le mascherine.
La vita quotidiana ai tempi del Corona Virus, scriveranno i giornali e, chissà, magari anche i libri di storia.
Quello che sento è che, oggi più che mai, serve qualche punto fermo.
La meditazione, nel mio caso, si sta rivelando fondamentale: mi permette di sentirmi salda e di trovare degli ancoraggi dentro di me, che niente e nessuno potrà togliermi.
Meditare permette di ritrovare il proprio centro, anche quando i riferimenti esterni crollano.
Meditare significa dare a se stessi la possibilità di fermarsi, di rallentare, di comprendere (e non solo sapere o capire intellettualmente) che la realtà esterna è impermanente ma che, proprio quando la tempesta ci attraversa, possiamo scoprirci saldi, interi, imperturbabili.
Meditare non è un modo per evadere la realtà, per scappare e prendersi un’ora di libertà dalle incombenze quotidiane.
Significa piuttosto trovare la forza di stare con le cose esattamente per come sono, ovvero, coltivare una forza interiore tale da sentirsi in grado di stare con ciò che accade (in questo caso di attraversare la paura, la precarietà, l’isolamento, l’inattività) senza sentire il bisogno o la necessità di cambiare qualcosa, illudendoci che solo quando le cose saranno “perfette” (ossia, come noi vorremmo) allora potremo essere felici.
La meditazione insegna che la realtà è esattamente come dovrebbe essere e, che ci piaccia o meno, sta a noi trovare una chiave di lettura, una prospettiva, uno sguardo sul mondo che ci garantisca la possibilità di essere sereno, in pace, equilibrati indipendentemente da tutto.
Ecco, la meditazione ci regala l’indipendenza e, proprio per questo, ci permette di essere sostegno per noi stessi e gli altri.
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Con l’augurio che questi giorni di stop forzato possano diventare l’occasione per coltivare un pò più di centratura e che, oltre a navigare sui social, si possa tutti viaggiare un pò di più dentro di noi,
Valeria