C’è una cosa che non smette di stupire, meravigliare, affascinare la filosofa che c’è in me.
Osservare come,via via che insorgono le condizioni di possibilità per il manifestarsi di una certa personalità, la realtà esterna si adatti affinchè tale personalità si possa esprimere.
In questi casi, quando qualcosa deve accadere, la realtà si plasma in modo che il possibile diventi reale: è questo ciò che maggiormente mi colpisce.
Il Gioco dell’Eroe mi sta aiutando ad affinare le percezioni e ciò rende più facile cogliere le sfumature e i cambiamenti – interni ed esterni – che contribuiscono al manfestarsi di un determinato “io”.
A volte ciò che vedi di te stesso ti spaventa ed è difficile accettare di essere ciò che sei invece che ciò che vorresti.
Ti osservi agire, osservi la tua personalità – quel qualcuno che definisci “te stesso” – ne osservi le mancanze, le fragilità, le ombre ed avverti il bisogno di aggiustarti, cambiarti, correggerti: temi che la tua personalità possa portarti alla rovina.
E a volte questo accade. Accade quando le ferite che sono ancora attive si risvegliano e ti allontanano dall’amore e dall’abbondanza che cerchi e che hai a disposizione.
A volte serve tutta la determinazione che abbiamo, serve la volontà, serve la disciplina per non assecondare gli automatismi.
Servono la fiducia e la capacità di abbandonarsi alla vita, serve allentare la presa e liberarsi dal bisogno di controllare tutto.
Altre volte basta una lettura, un passo ritrovato mentre fai ordine per ricordarti come funziona il gioco, per ricordarti che la personalità è un gioco, per ricordarti di giocare con la vita.
<<Un’altra cosa da notare sono i sentimenti di compulsione. La sensazione di dover fare qualcosa, la tendenza irrefrenabile al dover fare, al dover ottenere quello che non si ha, al dover raggiungere qualcosa o dover eliminare le proprie impurità. Quando si ha fiducia nella propria “vera casa” si può vedere in prospettiva il condizionamento emotivo. (..) Ci manca sempre qualcosa e sentiamo di dover scoprire cos’è. Dobbiamo averlo, o dobbiamo eliminare le nostre debolezze, mancanze, brutte abitudini. Notate che è solo una tendenza che sorge e cessa.
E’ il mondo competitivo, il mondo dell’io.
E’ sempre possibile vederci alla luce delle nostre carenze in quanto persone. Sul piano personale ci sono sempre tanti difetti e inadeguatezze. Non esistono personalità perfette a quanto mi è dato di vedere. La personalità è scombinata. Per certi aspetti è passabile, per altri molto bizzarra. Una personalità in cui si possa prendere rifugio non esiste. non riuscirete mai a diventare una personalità perfetta. perciò, quando vi giudicate sul piano personale, sembrano esserci tanti problemi, inadeguatezze, difetti, debolezze. Forse vi paragonate a una persona ideale, una personalità altruistica e superiore alla media. Ciò che è consapevole della personalità non è personale. Si può essere consapevoli della personalità in quanto oggetto mentale.
Le condizioni che compongono la personalità sorgono e cessano, a volte capta all’improvviso di sentirsi molto insicuri o comportarsi in modo assai puerile, perché sono sorte le condizioni per quel tipo di personalità.>>
[(Sumedho Achaan, La consapevolezza intuitiva, Astrolabio Ubaldini Edizioni, 2005, pag. 122)