“Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo”
(Marcel Proust)
In tavola c’è un pò di tutto: riso basmati, vellutate, pane fatto in casa, ma anche patate fritte e tante verdure.
Manca solo il dolce, ma di certo qualcuno saprà trasformare ciò che abbiamo nella dispensa in uno sfizioso fine-pasto.
Siamo in cinque, ma, da domani, Noemi ci saluta: la nuova casa la attende e questa è l’ultima sera che trascorre con noi.
Una piccola festicciola di addio, quindi, che ci permette di conoscerci meglio, di parlare dei rispettivi sogni, ma anche delle esperienze passate e di come ci si sente nel lasciare il porto sicuro (la famiglia, la nazione, la casa, le abitudini, il fidanzato) per andare coraggiosamente incontro alla vita.
Come nei migliori film o nei romanzi di viaggio, ci sentiamo un pò tutti avventurieri, pronti a ripartire non appena la vita ci lancia qualche segnale.
E, soprattutto, determinati a non arrenderci anche quando le circostanze sembrano difficili e la solitudine o l’incertezza si fanno largo nel cuore e nell’anima.
E’ proprio in questi momenti che ci sentiamo più uniti e in cui stare insieme significa un pò essere una famiglia.
Più che il sangue, in questi casi, è la risonanza con il vissuto dell’altro che ti fa sentire unito, connesso, solidale.
E basta poco allora per sapere cosa dire, quando ridere o sorridere, quando donare una parola gentile, un abbraccio o un pò del tuo cibo e quando, invece, ritirarti nella tua stanza per abbracciare in silenzio quel pizzico di nostalgia che avverti come il necessario prezzo da pagare per realizzare il tuo sogno.
Lo yoga e la filosofia mi hanno sempre permesso di inseguire “il giusto” invece che “il comodo” e di trovare nell’obiettivo la giusta motivazione per attraversare e poi dissolvere le paure e i tentennamenti.
Ringrazio allora ogni esperienza, ogni circostanza, ogni opportunità che mi ha permesso di viaggiare nella vita come se questa fosse una sorprendente e meravigliosa avventura.
E ringrazio i compagni che, di volta in volta, ho incontrato perchè ognuno ha contribuito ad arricchirmi, a sostenermi e a ricordarmi che ci si sente davvero a casa quando si sta bene con se stessi.
Con gioia, amore e gratitudine,
Valeria