Il lavoro, le relazioni affettive, la famiglia, il corpo, il denaro dovrebbero concorrere a farci stare bene.
Eppure spesso accade che siamo noi a “morire” per far vivere tutto ciò. Abbiamo la sensazione di correre e nutrire, con la nostra energia, i nostri obiettivi, salvo poi trovarci sfiniti, invece di far sì che siano gli obiettivi stessi a darci linfa e vitalità.
Questo è ciò che accade quando, per esempio, “moriamo d’amore” o quando fingiamo inconsciamente di dare ciò che vorremmo ricevere. Possiamo renderci conto che qualcosa non funziona perchè abbiamo la sensazione che ci sia una sorta di iniquità nella relazione (affettiva o lavorativa che sia). Per esempio l’investimento di tempo ed energia non ha riscontro nel ritorno economico o in termini di riconoscimento e apprezzamento o, ancora, abbiamo la spiacevole impressione di elemosinare.
Come possiamo ricevere ciò che desideriamo se non osiamo chiedere?
Un pregiudizio molto radicato ci porta a credere che chi dà sia più buono di chi riceve e che nel chiedere o nel prendere ci sia qualcosa di sconveniente.
Se questa è la nostra credenza, la nostra vita ne sarà lo specchio e finiremo con l’allontanare ciò che vorremmo ricevere.
Se ci ascoltiamo attentamente non possiamo sbagliare: sappiamo, in fondo, ciò che vogliamo e ciò che cerchiamo, anche quando lo cerchiamo nei surrogati (il cibo è un ottimo esempio) e sappiamo altrettanto perfettamente quando le situazioni che viviamo non ci danno ciò che vorremmo. In questi casi, la direzione non è quella giusta, dobbiamo cambiare strada.
Come? Semplice, diciamoci chiaramente ciò che vogliamo e chiediamo indicazioni sulla via!
La pratica
Possiamo passare in rassegna uno dopo l’altro gli aspetti più significativi della nostra vita e chiederci se ciò che stiamo ricevendo è proporzionale a ciò che stiamo dando, se stiamo morendo o vivendo per amore (o per il lavoro o per il denaro), se per caso stiamo mascherando il bisogno di ricevere con il dare (ovvero, se elemosiniamo o pretendiamo e ci arrabbiamo perchè non riceviamo ciò che vorremmo), se ci sentiamo liberi di chiedere o, ancora, se stiamo chiedendo la cosa giusta alla persona sbagliata.
Possiamo domandarci come dovrebbero essere le cose per farci sentire soddisfatti e prendere atto del risultato di questa indagine.
Una buona domanda è questa “Di che cosa ho voglia? Cosa mi renderebbe soddisfatto? Che cosa ho voglia di fare? Che cosa voglio ricevere?” Ed ascoltiamo la risposta emergere…
L’arte di manifestare gli eventi presuppone, infatti, definire con chiarezza ciò che cerchiamo e vogliamo.
Una volta individuati gli ambiti problematici e identificati i nostri reali bisogni, possiamo chiedere che ci venga dato ciò che vogliamo, senza paura!