Il risveglio al presente: sulla vita, le opportunità e la gratitudine

“Tu ignori, mia vergine il tuo corpo ha nove porte. Ne conosco sette e due mi sono nascoste. Ne ho paerte quattro, vi sono entrato e spero di non uscirne più”.
(Giullaume Apollinaire)

 

Il suo corpo perfetto mi ricorda le statue dei musei: un mix di forza e armonia, di proporzioni e geometrie.

L’agilità dei movimenti viene meno solo quando le ferite del cuore causano rigidità e chiusura.

Le emozioni, quelle che negli anni ha tentato di reprimere, quelle che sembrano talmente intense da non poter essere vissute, quelle che parlano di un dolore che il tempo non ha lenito e di una nostalgia camuffata da freddezza, hanno modellato il suo carattere e delineato i tratti di una personalità che, tuttavia, ancora non si rassegna ad essere se stessa.

I nostri dialoghi, quelli in cui le parole avanzano a ritmo incostante, ci permettono di conoscerci, avvicinarci: di scoprirci più simili di quanto avremmo immaginato.

E poco importa se la lingua non esaurisce l’intero spettro dei nostri pensieri: ciò che conta è esserci ed essere consapevoli di ciò che sta accadendo.

Come in una meditazione, il susseguirsi dei momenti trascorsi insieme ci regala occasioni per esplorarci, sentirci, per tornare a noi stessi e riconoscere il mix di idee, sensazioni, emozioni che ci attraversano.

Ad ognuno di essi proviamo a dare un nome e un volto familiari, ma la verità è che il momento è tanto speciale proprio perchè è nuovo: è stata la capacità di rinnovarci, di morire e poi rinascere, di liberarci da un passato che ora possiamo condividere con la leggerezza di chi ha saputo lasciare andare che ci permette di incontrarci e di darci, per il tempo che passiamo insieme, ciò che possediamo. Senza riserve, senza bisogno di chiedere e senza paura di ricevere.

Un gesto di affetto, un abbraccio inaspettato, una fetta della sua torta preferita ed un ridere che nasce dal cuore sono solo alcuni dei frammenti che conservo nel cuore e nella mente e che mi riconsegnano ad un presente che parla di nuovi progetti, del profondo desiderio di tornare vivere, amare, condividere, creare, sperare, muovermi in sintonia con il flusso naturale della vita, lasciando alle spalle ciò che non c’è più e chi ha deciso di dare priorità a qualcosa di diverso dall’amore.

Mi sento profondamente riconoscente all’Universo per l’opportunità che mi ha dato e felice per averla colta.

Grazie, allora, a chi mi ha resa risvegliata al presente e a chi mi sta accanto in ogni istante del processo trasformativo.

Con immensa gratitudine,

Valeria