Il regalo perfetto: passaggi e snodi del dialogo nei laboratori di Philosophy for Children

“Voi date ben poco quando date dei vostri beni. E’ quando date voi stessi che date davvero”.
(Khalil Gibran)

 

<<La verità è unica, come la bellezza>> mi dicono i bambini.

Anche con loro ho utilizzato la citazione del poeta John Keats come incipit per l’ultima sessione del laboratorio di P4C e, anche oggi, non sono mancate le sorprese.

Dopo aver esplorato le diverse dimensioni della bellezza, con particolare attenzione a quella interiore, che si nutre di gentilezza, rispetto per sè e per gli altri, piacere e fiducia, infatti, ci chiediamo se e come sia possibile coltivare tale qualità nella vita quotidiana.

Gli esempi e i suggerimenti dei piccoli filosofi delle classi quinte della Scuola Primaria di Zanica (Bg) non mancano, ma, ciò che cattura davvero la loro attenzione è l’esperienza di un compagno che, tentando di spiegare l‘inutilità dell’involucro quando esso sia privo di sostanza, paragona la gentilezza formale ad un regalo fatto senza sentimento.

Cosa conta di più allora: il gesto o l’intenzione?

Può il solo atto essere sufficiente quando nel nostro intimo vorremmo comportarci in modo diverso?

E, ancora: il fare può modificare l’essere? Ovvero: ripetere più e più volte un gesto può, nel lungo periodo, determinare un cambiamento interiore e portarci verso una nuova disposizione d’animo?

Ovviamente, il linguaggio utilizzato durante il laboratorio è più semplice, ma i concetti affrontati non sono per questo meno profondi e le tematiche emerse riflettono secoli di storia della filosofia e svariati tentativi di fare chiarezza rispetto ai confini tra etica e diritto.

Dopo qualche giro di ipotesi e proposte, il focus viene di nuovo portato sul tema dei regali e la sessione prosegue chiedendoci quale sia la ricetta per il regalo perfetto e scopro che la comunità di ricerca ha idee molto precise a riguardo.

Il regalo perfetto, infatti, è qualcosa che tiene conto dei gusti del destinatario, ma che rivela anche la personalità del mittente. Non solo: è qualcosa di non necessariamente costoso, ma prezioso e che sia in grado di stabilire una connessione tra chi lo fa e chi lo riceve.

Oltre agli oggetti più comuni, come giochi e articoli di abbigliamento, i bambini desiderano poi ricevere esperienze, come un pomeriggio al cinema con l’amica del cuore o la possibilità di ricongiungersi ai parenti lontani durante le vacanze.

Senza nulla togliere all’intuito di Babbo Natale, speriamo quindi di aver dato una mano, attraverso questa condivisione, ai genitori che, spesso, sono chiamati a districarsi nel labirinto dei desideri dei figli e anche degli amici dei figli: sì, perchè, come racconta un alunno, a volte non si più fare tutto da soli e bisogna chiedere aiuto ai più grandi per arrivare fino al negozio!

Con l’augurio di fare chiarezza su ciò che conta davvero e con la speranza di veder realizzati tutti i sogni più autentici,

Valeria