“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.”
(Sir Winston Churchill)
Ma le persone cambiano?
Ce lo siamo chiesti questa mattina, durante l’ultimo dei tre laboratori filosofici dedicati al tema del cambiamento.
E le risposte dei ragazzi non lasciano spazio ai dubbi: non solo cambiare è possibile, ma anche necessario.
Cambia il corpo, cambia il carattere, cambiano gli interessi. E allora, forse, il punto non è tanto cosa, ma come vivere la trasformazione.
Partendo da esperienze personali e da esempi concreti, analizziamo quindi i fattori che facilitano e sostengono il cambiamento e quelli che lo ostacolano, riconoscendo nella paura, nell’abitudine e nella pigrizia tre funi da recidere quando si tratta di dirigersi consapevolmente verso una nuova direzione.
Poi il dialogo si apre, si accende, e lo sguardo si sposta dal singolo alla collettività, in particolare alla famiglia, al paese e alla nazione, sino a immaginare quali cambiamenti vorremmo vedere nel mondo e definire, così le priorità a più livelli.
Emerge quindi un forte bisogno di sicurezza e anche una inaspettata fiducia nella politica nella quale gli alunni spesso vedono un simbolo di coesione, appartenenza e solidità.
Mi chiedo se un giorno, in quel lontano futuro che oggi ci siamo divertiti ad ipotizzare, il loro pensiero sarà lo stesso e se ancora cercheranno all’esterno quelle garanzie che possiamo trovare solo dentro di noi, solo quando impariamo a riconoscere che la realtà, così come la percepiamo è frutto delle nostre credenze e della nostra attitudine verso la vita.
Ma, in fondo, questo è un altro tema. Da approfondire con gli adulti di oggi e con quelli che, domani, avranno tra le mani le sorti del nostro pianeta.
Con fiducia e coraggio,
Valeria