Human interactions: starsi vicini nei giorni del Corona Virus

“Brevi furono i miei giorni tra voi, e ancor più brevi le parole che ho detto. Ma se la mia voce si affievolirà nel vostro orecchio e il mio amore svanirà nella vostra memoria, allora io tornerò. E con cuore più ricco e labbra più docili allo spirito, parlerò con voi. Sì, tornerò con la marea”.
(Khalil Gibran)

 

Hayat mi scrive, sono mesi che non ci sentiamo.

Mi chiede come sto e se sono al sicuro: difficile dirlo in questo clima di incertezza

Il suo messaggio si aggiunge a quelli di tanti amici che, sparsi per il mondo, si stanno accertando che la vita quotidiana per me, che da poco sono arrivata in questa nuova città, si svolga conservando una parvenza di normalità e che l’isolamento non si traduca in solitudine.

Conversiamo un pò, ci raccontiamo, parliamo del periodo trascorso insieme di quanto il tempo sembri relativo per due persone che si sono date la possibilità di condividere ad un livello profondo e intimo.

Lui, che vive chissà dove (ormai ho accettato che non sapere, con Hayat, sia parte delle cose che vanno semplicemente accettate!) ma che, ovunque si trova, conserva in una piccola parte del suo cuore la mia immagine.

E io non posso che rivederne lo sguardo sorridente e ripensare con affetto ed emozione a quanto, pur non rendendomene davvero conto, sia stata in pensiero per lui quando, all’improvviso, è dovuto partire senza lasciare traccia.

Il nostro scambio di messaggi è come sempre fitto, intenso: iniziamo sempre con questioni filosofiche, per poi riportare l’attenzione sulla nostra interiorità, calando le teorie nella pratica di due persone, ciascuna a suo modo, tanto ricche quanto complesse.

Ma volergli bene, mi rendo conto, mi è semplice, forse perchè siamo stati capaci di costruire un rapporto privo di aspettative, fondato sul reciproco darsi nei modi e nei tempi in cui la vita ci permette di farlo.

Imparando anche a fare un passo indietro quando serve.

E da qui, dal suo ritorno, si riparte stavolta: da una vicinanza emotiva che ovviamente non può corrispondere ad una prossimità fisica.

Ma, se come ho imparato, il tempo è relativo, lo stesso vale per lo spazio: grazie, dunque, a te, mio caro Hayat grazie a tutte le persone che oggi più che mai, sento vicine e care.

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Con affetto e gratitudine,

Valeria, per gli amici, ma solo quelli dall’accentro inglese, Val