“Ben oltre le idee di giusto e sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù”.
(Rumi)
Ci sono cose che nessuna psicologia può spiegare e nessuna filosofia sistematizzare semplicemente perché non appartengono al mondo dell’io né a quello del logos.
Appartengono alla dimensione dell’Amore e a quelle del Divino.
Ci sono cose che la mente razionale trova in-accettabili, che scardinano i confini dell’ego e ne rappresentano una minaccia.
Ma l’Anima, il testimone, quella parte di noi sempre cosciente, imperturbabile, eterna, quell’Atman di cui parla lo yoga, questa osserva il mondo da una prospettiva diversa, che trascende ogni schema.
Forse, se davvero riuscissimo a liberarci dalla personalità che ci abita, se fossimo talmente ripuliti da camminare nel mondo come Guerrieri di Luce, senza passato, senza storia e privi di aspettative per il futuro…
… Se riuscissimo a stare fermi, lasciando che sia il mondo attorno a noi a muoversi e che ciò di cui abbiamo davvero bisogno possano trovarci…
… Se sapessimo cavalcare l’intuizione invece di essere in balìa delle emozioni. Se agissimo in modo ispirato, perennemente connessi con la sorgente creativa da cui provengono le idee…
… Se vivessimo così, da Esseri risvegliati, da uomini e donne coraggiose, in grado di cavalcare gli eventi invece che temerli o esserne vittime, ogni necessità di proteggerci sarebbe inutile: saremmo, a quel punto, veri Eroi.
Ma la strada è lunga e gli attaccamenti da sciogliere molti.
Per questo a volte il nostro io ci chiede di tutelarci: perché teme di soffrire o, peggio, di dissolversi.
Chi saremmo, infatti, se davanti alla stessa situazione rispondessimo in modo diverso?
Lasciarci alle spalle una parte di noi fa paura, ma c’è forse opportunità più grande di quella di evolvere, di abbandonare ciò che c’è – e ciò che siamo – per andare incontro ad una nuova versione di noi stessi e ad un’inedita esperienza della vita?
D’altronde, è proprio quando ciò che abbiamo già vissuto assume un colore, un sapore, una sensazione diversa, infatti, che ci accorgiamo di essere cresciuti.
Per farlo, dunque, dobbiamo essere disposti a cambiare prospettiva e permetterci di essere diversi.
Forse, dobbiamo essere un koan per noi stessi ed essere koan di noi stessi.
Dobbiamo imparare a morire e rinascere, perchè morire è rinascere.
Solo oggi, quindi, solo dopo avere accettato la perdita e averla attraversata, da questa nuova prospettiva, permetto a me stessa di osservare ciò che accade, con gli occhi della Valeria di oggi.
Che non è quella del passato. Decisamente non lo è…
Con amore,
Valeria