Elogio della frivolezza

Ebbene sì! C’ero anche io lo scorso giovedì a cantare in Piazza Duomo per il concerto di Radio Italia!

Il ballottaggio era tra un corso di meditazione e la serata mondana: non ho avuto dubbi e sono salita sulla metro diretta a Milano!

Tempo fa questo non sarebbe stato possibile: tempo fa la mente avrebbe assolto il suo ruolo di giudice censore e mi avrebbe condotta nell’altra città lombarda a me tanto cara: Bergamo.

Stavolta no. E lo prendo come segno di un processo di continua “guarigione” (il cui merito va in particolare al percorso de Il Gioco dell’Eroe) che, giorno dopo giorno, mi aiuta a liberarmi da inutili giudizi ed etichette e mi accompagna sempre più vicino a ciò che davvero desidero essere e fare.

E tutto accade ad una velocità direttamente proporzionale alla mia capacità di lasciarmi andare, di essere sincera con me stessa e pronta ad assecondare i desideri spontanei e genuini che nascono da dentro, piuttosto che quelli creati dalle aspettative che ti vogliono all’altezza di un ruolo che non hai nemmeno scelto di interpretare.

Mi sono divertita l’altra sera: ho cantato, riso, ballato. Ero lì, al 100%, e sapevo, sentivo che ciò che stavo facendo e il modo in cui stavo vivendo l’esperienza era assolutamente “sacro”, così come l’esserci in modo totale era un esercizio di mindfulness, di piena attenzione.

Non importa cosa fai, non importa dove sei, importa come stai nelle cose. Questa, per me, l’essenza della pratica.

La meditazione ti prepara a vivere, è come una palestra: ora sta arrivando il momento di alzarmi dal tappetino e muovere i primi passi (consapevoli) nel mondo, di confrontarmi con le sfide della vita e di affrontarle con la stessa determinazione e consapevolezza che mi hanno permesso, negli ultimi anni, di far fronte alle sfide evolutive che si sono di volta in volta presentate.

E’ arrivato il momento di uscire dall’eremo del “Chiar di Luna” e percorrere le vie del centro città.

E’ arrivato il momento di uscire dal mondo dei simboli, dal mondo dell’anima e di provare ad esplorare il mondo della materia, sapendo che si tratta di due mondi distinti, ma non separati.

Dopo aver imparato a nobilitare i disagi, è dunque il momento di nobilitare la frivolezza, quella che ti fa scegliere di gettarti tra la folla, di goderti lo spettacolo. O di salire sul palco. Questo l’obiettivo dei percorsi I FiL Good.

Anche questo è essere al di là del giudizio, oltre i concetti di giusto e sbagliato, anche questo è fare anima. Anche cantare in Piazza Duomo è meditare.

Dal 3 giugno, corso di mindfulness a Brembate Sotto.

 


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