“Non so più, se mi manca di più, quella carezza della sera o quella voglia di avventura, voglia di andare via” (New Trolls, Quella carezza della sera)
Mentre la voce di Vittorio De Scalzi anima la piazza, il mio sguardo si rivolge alla luna che splende alta in un cielo senza nuvole.
Certe canzoni sono indimenticabili e sanno risvegliare emozioni che vanno coltivate, ricordate, tenute accese, proprio come la fiamma dei desideri che danno vita all’anima.
Avvolta in questa atmosfera, inizio a tirare le somme della mia esperienza a Napoli.
Un mese e mezzo che, per certi versi, è trascorso troppo in fretta – molti sono i progetti che vorrei portare avanti e le idee che vorrei realizzare qui all’Anfiteatro – e che, per altri, è stato costellato da pomeriggi che sono sembrati interminabili.
Mi sono inventata – letteralmente – il lavoro ed ho provato orgoglio quando sono riuscita a rendere speciale una giornata semplicemente lasciando che accadesse.
Ho provato orgoglio per aver vissuto un’esperienza tanto anomala e per la determinazione che mi ha spinta a restare fino all’ultimo giorno e a portare a termine il mio incarico nonostante l’unica cosa che desiderassi fare, qualche volta, fosse tornare alla “mia vita”, ai miei ritmi, al mio porto sicuro.
Ma, se c’è una cosa che questa esperienza mi ha insegnato, è a viaggiare con e nella corrente.
Ho imparato che non c’è un punto fermo, che la vita scorre e scorrerà indipendentemente dalla mia capacità di stare al passo con ciò che accade.
Vorrei dire che ora lo sguardo è rivolto alla Cina e in parte è sicuramente così: come non vivere con trepidazione i giorni che mi separano dalla partenza?
Ma riconosco che una parte di me è ancora qui e aspetta solo che qualcuno le dia un buon motivo per restare.
Lascio allora che la foto di copertina, quella che mi hanno scattato nell’unico giorno di mare che sono riuscita a ritagliarmi, racchiuda le emozioni di una storia che le parole non riescono a descrivere totalmente nella sua intensità e mi preparo all’evento di stasera…
Con affetto e gratitudine,
Valeria