“Spero che l’uscita sia giosa e spero di non tornare mai piu’”
(Frida Kahlo)
La morte assume mille volti. Quelli che Le danno qui in Messico sono particolarmente colorati.
Dopo aver lasciato la casa di Camilla, con lo stomaco ancora pieno per la ricca colazione messicana, ci troviamo a passeggiare per le strade affollate del centro di Coyoacan.
Ovunque si vedono bambini, giovani e anziani col volto dipinto o altari dedicati a personaggi famosi ormai defunti e non c’e´via o balcone che non ricordi ai presenti che Lei, la Morte, e’ la protagonista della giornata.
In men che non si dica, l’arancione dei crisantemi illumina il nostro pomeriggio.
Sono ormai due settimane che sono arrivata a Citta’ del Messico ed ogni giorno e’ stata una scoperta, prima di tutto su me stessa.
Ogni giorno, la Valeria abituata alla sua indipendenza, quella che, all’inizio di ogni relazione importante, tanto si impegna a difendere i propri spazi, a ribadire i propri paletti, a definire le sue regole e ad imporre la sua personalita’, ogni giorno quella Valeria viene a farmi visita per sussurrarmi all’orecchio mille buone ragioni per cui stare da sola.
Ogni volta, in questi dialoghi quotidiani, questa parte di me, mi ricorda di quanto sia importante per una donna, per una persona, avere ben chiaro dove vuole andare e quanto abbia lavorato per costruire il mio presente.
Ogni giorno, questa puntuale visitatrice, mi suggerisce di valutare attentamente la persona che ho accanto e di passare ogni suo gesto allo scanner, in cerca di quegli imperdonalbili difetti che la rendono tanto poco adatta a camminare accanto a me.
Ogni giorno, lei, quella stessa lei che, quando mi godevo la condizione di single, mi chiedeva di credere a quei mille motivi per cui stare in coppia ti rende piu’ felice che non esserlo, viene a trovarmi, sussurrando al mio orecchio che cambiare e’ morire.
E che, forse, sarebbe meglio non farlo.
Quello che pero’ si scorda di dirmi, e’ che proprio quella morte, quel cambiamento, quella magia che ti fa scoprire – senza che tu te ne accorga – che grazie alla persona che hai a fianco sei una persona diversa e’ la vita.
E’ un rischio. Ma non correrlo equivale a lasciarsi morire.
Il tempo passa veloce e, senza sapere bene come, ci troviamo all’interno di un cimitero.
Fiori, colori, cibi, musica: qui e’ tutto un inno alla vita.
Bastano pochi minuti per sentire vicine tutte le persone care che non ci sono piu’. E il loro ricordo diventa un invito ancora piu’ forte a dire di si’ alla bellezza del momento che sto vivendo e a dire di s’ alla persona con la quale sto condividendo quell’istante che, qualunque cosa succeda, non puo’ che essere solo nostro.
Con affetto,
Valeria