“Quando le stelle brillano, la vita si illumina” (Anonimo)
Alcuni mi hanno emozionata (“Desidero avere un figlio“, “Vorrei vivere ogni giorno della mia vita con A., respirare insieme la felicità e vivere l’amore senza tempo e senza fine“).
Altri mi hanno colta di sorpresa per il contenuto (“Palestina libera”) o per la profondità (“Vorrei essere una persona di cui essere orgogliosa”, “Vorrei far girare la mia voce in tutto il mondo e portare pace con essa!“).
Alcuni mi hanno intenerita (“Vorrei che la mia famiglia ritorni unita come tanto tempo fa”) ed altri ancora offerto spunti per la prossima wishing list (“Vorrei fare un viaggio di sei mesi intorno al mondo”).
Uno abbiamo dovuto censurarlo 😉 ed uno (“Vorrei un’altra vita“) mi ha fatta molto riflettere sulle scelte che ho compiuto ultimamente e che mi hanno portata tanto lontana da casa e da quella che, fino a poche settimane fa era “la mia vita”.
O, almeno, la vita che mi ero immaginata ed avevo costruito negli ultimi anni e che immaginavo sarebbe durata “per sempre”.
Alcuni li ho tradotti (“Gesundes Baby”), mentre altri sono rimasti un’incognita, pur avendo individuato senza difficoltà chi li ha scritti.
Qualcuno ha saputo coniugare romanticismo e praticità (“Desidero che le stelle proteggano la salute di chi amo: mamma, papà, M., G., G., D. e C.! Per me spero di continuare ad essere felice e magari un lavoro non “in nero” e ben retribuito!”), altri mi hanno fatta sorridere e mi hanno riportata con la memoria ai ricordi d’infanzia, quando desiderare era facile, naturale e spontaneo.
Uno mi ha fatta parecchio ridere (“Desidero porre fine alla friendzone: una piaga!”) ed altri disarmata (“Desidero che la mia famiglia stia bene, soprattutto la mia mamma e la nonnina che sono già in cielo“).
Alcuni sono desideri seriali (“Sono un bimbo e vorrei: Hulk, il biliardino, ni tutti insieme a coccolarci per sempre!”, Salute per la mia famiglia, vittoria nella vita, l’amore vero”) ed altri sogni universali (“Amore”, “Felicità”, “Pace”).
Quelli dei bambini sono i desideri che mi hanno più commossa perchè scritti col cuore e senza censure, indipendentemente dalla richiesta che contenevano (“Vorrei che io, la mamma, mio fratello e il papà vivremo anche se separati felici e contenti”, “Vorrei i buchi alle orecchie”).
Il desiderio della piccola Sophia (“Da grande voglio diventare una maestra”), mi ha confermato che nel nostro nome è già racchiuso ciascuno dei nostri desideri e, con esso, anche la chiave per vincere le sfide che la vita ci pone e che, a volte, possono farci vacillare lungo il cammino.
In quasi tutti ho trovato una parte di me (“Vorrei un castello”) 😉 e nella maggior parte il riferimento principale era l’amore: quello che cerchiamo, quello che vorremmo donare a chi ci sta accanto e quello che, a volte, ha lasciato un vuoto.
Il trucco, quando desiderare ci riporta a ricordi che pensavi appartenessero ad un passato che non avresti portato nel futuro, è sempre prenderla con un pizzico di ironia. Pi, fare un bel respiro e guardare avanti, a chi e a cosa c’è ora.
Concludo questa carrellata, che di certo non rende giustizia ai più di cento desideri raccolti lo scorso 10 agosto a “La notte dei desideri“, con un augurio rivoltoci da uno dei partecipanti che, evidentemente, condivide la nostra voglia di portare questo luogo magico alla fama e agli onori di cui godeva in epoca romana: “Vorrei che questo anfiteatro avesse tanti, tanti visitatori (1.000.000) e che la città si Santa Maria diventasse turistica e felice“.
E, chissà che la chiave perchè ciò possa accadere sia quella racchiusa nelle parole di un altro Ospite: “Stella, illumina il mio cammino. Donami la luce e risplendi dentro di me”.
Con affetto e gratitudine,
Valeria