“Non si debbono rifiutare i nobili doni degli dèi quali essi soli distribuiscono, e quali nessuno può acquistare con la sua volontà”.
(Omero, Iliade)
Il momento del risveglio era il suo preferito.
Ancor prima di aprire gli occhi, infatti, lo sguardo puntava dritto alla cassettiera in legno scuro sulla quale, al mio arrivo, avevo riposto cinque misteriosi pacchettini corredati da un’immagine della città e da una didascalia che forniva qualche indizio per indovinarne il contenuto.
“Present time!“, diceva. E, con quelle parole, mi comunicava che, per i successivi cinque minuti, avrei conosciuto la sua parte bambina.
Cinque oggetti, dunque, – uno per ogni giorno di permanenza – cinque modi diversi di ringraziarlo per avermi permesso di mettere un pò sottosopra la sua routine e cinque occasioni per conoscere, attraverso le espressioni che di volta in volta sono comparse sul viso, gusti ed interessi di una persona che non ha avuto problemi a svelare tanto il lato intellettuale quanto quello goliardico e avventuroso.
Ed io, che ultimamente mi scopro tanto desiderosa di ricevere quanto imbarazzata quando questo accade, cercavo, in quei momenti, di muovermi con delicatezza, per non invadere la scena.
Per poi, con la stessa precisione con cui si solleva una bacchetta nello shangai (il gioco da tavolo recentemente tornato di moda), riapparire al momento opportuno e riportalo così al tempo presente e dare davvero inizio alla giornata.
E’ con un pò di colore, quindi, e con una nota giocosa che abbiamo rotto il ghiaccio e ci siamo permessi di esplorare i pensieri e le preferenze dell’altro, proprio come in una sessione filosofica il filosofo-facilitarore si addentra nell’Universo del consultante verificando, attraverso la domanda – suo strumento privilegiato – di averne ben compreso il perimetro, ovvero di aver identificato con chiarezza i valori, i pensieri, le credenze del consultante stesso.
Senza esprimere giudizi, il consulente si avvia poi verso l’indagine delle zone d’ombra di tale rappresentazione della realtà e, quando serve, chiede spiegazioni, avanza ipotesi, propone alternative.
E, attraverso il dialogo, permette che l’interlocutore, a sua volta, getti un seme nella sua mente e induca alla problematizzazione di quei punti fermi che il consulente-filosofo non rinuncia a rivedere.
Come un regalo fatto a qualcuno che non conosci ancora a sufficienza, anche la domanda posta dal filosofo avrà il sapore dell’intuizione – quella qualità che permette di dire la cosa giusta al momento giusto.
E, se il consulente è in grado di entrare davvero in relazione con l’altro, anche ad un livello non verbale, allora saprà trovare con naturalezza la chiave per una sessione che stimola, struttura e de-struttura, disarma e offre però anche strumenti per ricostruire.
Per prenotare la tua sessione filosofica, anche on line: Valeria