“La logica è l’anatomia del pensiero”.
(John Locke)
Questa mattina abbiamo scomodato addirittura Aristotele.
Cristina* mi raggiunge a Milano per la sessione filosofica settimanale. Non ha un tema particolare che desidera approfondire nè una domanda da porre: è piuttosto interessata ad allenare le sue abilità di pensiero.
Il nostro percorso si è evoluto e, nel tempo, siamo passati dall’urgenza di raccontare di sè alla possibilità di acquisire strumenti che le permettano di affrontare qualunque argomento con il rigore che l’approccio filosofico permette di coltivare.
Le propongo quindi di pescare una delle carte che ho portato e di formulare almeno 9 domande a partire dall’immagine e dalle parole indicate sulla carta stessa.
Nel rileggere quanto scritto, suggerisco a Cristina di classificarle in base al modello proposto dal filosofo Oscar Brenifier, ovvero, distinguendo quelle di comprensione (ossia le domande che permettono di chiarire un aspetto del pre-testo come il significato di un vocabolo), quelle di riflessione (che aprono al dialogo e permettono di osservare lo stesso fatto da prospettive diverse) e quelle di problematizzazione (che mettono volutamente in discussione un assunto apparentemente ovvio).
Dopo aver identificato le possibili piste di indagine che ciascun quesito apre, arriva quindi il momento della scelta e Cristina si dice particolarmente interessata a scoprire quale sia, nel mazzo, la carta opposta a quella pescata, che rappresenta un cerchio luminoso circondato da vortici blu ed oro e che ha come titolo “Profondo blu: quiete“.
E’ a questo punto che ci viene in aiuto la tavola degli opposti di Aristotele e, sulla base della definizione proposta dal filosofo, iniziamo a individuare coppie di termini opposti, contrari e contraddittori.
Il passaggio successivo è riportare il discorso all’esperienza personale: chiedo allora a Cristina di identificare le principali “forze” che agiscono in lei e che rispondono a bisogni a suo parere opposti.
Emergono quindi parole come dovere e piacere, socialità e solitudine, egoismo e generosità, che ci permettono di esplorare un pò più a fondo l’attitudine della mia interlocutrice rispetto a se stessa e al mondo.
Torniamo infine alla domanda iniziale e, provando a immaginare colori e termini opposti a quelli della carta pescata, arriviamo ad opporre il rosso al blu, l’azione alla quiete, la focalizzazione sul risultato alla capacità di stare nel presente.
Come ultimo spunto, propongo a Cristina di lasciarsi guidare in una consulenza di immagine dal sapore maieutico che le permetterò di verificare se il colore blu, tanto adatto a rappresentare i moti della sua anima, sia anche in grado di valorizzare il suo incarnato.
Compito della settimana: bilanciare la “forza blu” che prevale nel carattere di Cristina con 7 piccole “azioni rosse” da compiere entro la prossima sessione e, ovviamente, leggere la tavola della logica aristotelica per comparare le nostre scoperte con quelle del filosofo greco.
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*I nomi sono stati modificati per rispettare la privacy dei consultanti.