“Conosco una città
che ogni giorno s’empie di sole
e tutto è rapito in quel momento”.
(Giuseppe Ungaretti)
Attraverso la città, trovandola più popolata e viva di quanto potessi percepire dalle silenziosa mura del mio appartamento: vie pur sempre semideserte, ma con cenni di vita lungo il fiume e nei supermercati più grandi.
Tutto appare così strano…
Un tragitto che conosco, che ho percorso decine e decine di volte: Corso Casale, il ponte Regina Margherita, fino all’ingresso in autostrada.
Sto lasciando una città che, inevitabilmente, appare come in un limbo, sospesa tra “prima e dopo” l’emergenza.
Esattamente come la vita di tutti noi.
Ho il privilegio di catturarne l’essenza proprio nel cure della sua evoluzione, certa che questo ricordo si andrà a sovrapporre agli altri collezionati nei 5 mesi trascorsi qui.
Pass il casello: l’autostrada è deserta, la tappa in autogrill surreale.
Qquella stessa zona di sosta costantemente animata dal via e vieni di automobili, tir e dal flusso di persone che si rifocillano, ospita oggi solo la mia presenza e quella della cassiera che, gentilmente, mi porge un panino da consumare rigorosamente all’esterno.
Mi sento ancora un pò storidita.
Le lacrime di commozione e gioia che sono scese senza preavviso quando ho chiuso la porta di casa, sapendo che non vi farò più ritorno, fanno ora spazio, proprio grazie alla breve conversazione con la ragazza del bar, ad un sorriso luminoso e ad una sensazione di ricoonoscenza.
E’ tempo di riprendere il viaggio.
Che non è più solo transizione da una città all’altra e nemmeno unicamente possibilità di riabbracciare gli anziani genitori (causa e fine del mio spostamento).
No. Questo è il mio viaggio: la strada che ho davanti è quella delle infinite possibilità che la vita mi ha offerto e che mi hanno permesso, negli ultimi anni, di visitare e vivere in lughi meravigliosi.
Questo viaggio è la consapevolezza di non avere nessuna possibilità di controllo sugli eventi, ma anche quella di aver maturato, nel tempo, la capacità di gestire me stessa e di poter contare, sempre, su alcuni punti fermi che mi hanno permessa di rialzarmi dopo le cadute o di spiccare il volo quando già le condizioni erano favorevli.
Davanti a me non ho solo Capriate, mia destinazione, ma tutti i luoghi in cui la vita mi porterà.
Vedo con chiarezza che la mia scelta di affidarmi alla vita e di andarle incontro con coraggio è ora più salda che mai e sento che, stavolta, l’aereo che prenderò sarà quello che mi porterà verso la mia meta e non solo verso la mia metà.
Con gratitudine e felicità,
Valeria