Come il bambino Vipassana: una prospettiva per osservare il presente e guardare al futuro

“È meglio accendere una piccola candela che maledire l’oscurità”.
(Confucio)

 

C’è una storia che viene raccontata nei discorsi serali al ritiro di Vipassana, quella dei tre bambini che vengono mandati dalla madre a comprare una bottiglia di olio per 5 rupie.

A tutti i bambini accade, sulla via del ritorno, di rompere la bottiglia e perdere metà del contenuto.

Il primo torna piangendo, disperandosi per la perdita e per aver visto scivolare via metà del contenuto (atteggiamento pessimista/catastrofico).

Il secondo torna soridendo, felice di averne conservato almeno metà (atteggiamento ottimista).

Il terzo, il bambino vipassana, torna felice di aver conservato metà del contenuto, ma altresì consapevole di dover lavorare sodo per recuperare le rupie corrispondenti alla quantità di olio perduta, così da rimediare.

Questo è l’atteggiamento più costruttivo: davanti agli eventi, mantenere calma, fiducia, lucidità e positività, ma senza che questa si trasformi in cieco ottimismo.

Al contrario il “bambino vipassana” e tutti i seri praticanti dovrebbero per prima cosa riconoscere l’importanza di conservare la giusta attitudine, con la consapevolezza che è in nostro potere stabilire quale valore assegnare agli eventi.

Ma questo non basta: bisogna infatti assumersi anche la iena responsabilità per ciò che è accaduto e continuare a lavorare sodo (soprattutto e prima di tutto su noi stessi) per far sì che le cose vadano al meglio.

Uno degli insegnamenti più importanti del ritiro, infatti, è che tutto, davvero tutto, è nostra responsabilità.

Basta, quindi, incolpare il mondo (il capoufficio, la madre, i fgli, il marito, il governo, ecc…) per le nostre disgrazie, perchè ciò che accade e la chiave di lettura con cui guardiamo il mondo sono frutto dei nostri schemi mentali e, come tali, possono essere trasformati.

Attraverso la pratica, quindi, iniziamo a cambiare la percezione del vissuto per poi assistere, progressivamente, anche ad una trasformazione concreta della realtà.

Insomma, da noi dipende sia il come leggere gli eventi, che la possibilità di dar vita ad una realtà nuova.

Al corso Soul Evolution gettiamo dunque le basi per questo cammino, che non è sempre lineare ma che, nel tempo, ci conduce un passo più vicini alla meta finale: quella della liberazione dagli attaccamenti.

Con gioia e determinazione,

Valeria