Come due barche in mezzo al mare: metafore della relazione di coppia

“Tutti abbiamo nelle nostre vene la stessa percentuale di sale che esiste nell’oceano. Abbiamo il sale nel sangue, nel sudore, nelle lacrime. Siamo legati all’oceano e quando torniamo al mare, per regatare o semplicemente per assistere a una regata, torniamo al posto da cui veniamo”.
(John Fitrzgerald Kennedy)

 

Hayat mi chiama: non me lo aspettavo…

Ci siamo sentiti spesso ultimamente ed ogni volta le sue domande spiazzanti e dirette sono un invito a fare i conti con me stessa e a ritornare, di volta in volta, a contatto con le mie emozioni, con le scuse che accampo per non agire o con i ricordi dell’infanzia.

La sua telefonata arriva senza preavviso ma lo stupore lascia immediatamente spazio a fragorose risate che mi riportano, come se il tempo non fosse mai passato, a quando, ormai più di un anno fa, ci siamo conosciuti.

Senza perdersi troppo in convenevoli e frasi di circostanza, mi chiede di riflettere sul senso delle relazioni e dello stare insieme.

Senza pretendere di dare una risposta che sia definitiva, provo comunque ad offrirgli una chiave di lettura.

Gli propongo allora di immaginare la relazione con un’immagine, quella di due persone che sono, insieme, su una barca.

Se entrambe remano nella stessa direzione, la barca si muove e viaggia probabilmente velocemente verso la destinazione scelta.

Ma se la meta non è chiara o se i due remano in direzioni opposte, c’è il rischio di arenarsi o ritrovarsi molto distanti da ciò che fa stare bene.

E poi, continuo, c’è la vita che, con i venti e le correnti, aiuta a disegnare la rotta e, spesso, aggiusta le cose in modo da dare un senso agli eventi e da condurci verso ciò che davvero ci serve per continuare ad evolvere e per essere davvero felici.

Come suggeriscono gli esperti di legge di attrazione, infatti, manifestare ciò che vogliamo coscientemente è il primo, bellissimo passo verso la realizzazione, ma non è ancora il modo migliore di sfruttare le potenzialità creative della mente.

Ad un certo punto, infatti, si tratta di allentare la presa dell’ego e dei suoi desideri per affidarsi: coltivando la nostra energia, aumentando le vibrazioni, impegnandoci ad essere corretti, amorevoli e rispettosi degli altri, la vita ci darà molto più di ciò che avremmo anche solo potuto osare immaginare.

Se, dunque, qualche volta la vita ci chiede di attraversare la tempesta, possiamo considerare questi momenti come passaggi e processi di profonda pulizia, attraverso cui liberarci da ciò che non serve per poi riprendere con rinnovata meditazione, la nostra avventura.

Con fiducia e stima per le persone che mi sono accanto in questo momento,

Valeria