Cibo sacro: la magia della trasformazione

“Se qualcuno Mi offre, con amore e devozione, una foglia, un fiore, un frutto e dell’acqua, io accetterò la sua offerta”. (Bhagavadgita)

Oggi rivolgiamoci al divino che c’è in noi e che vediamo riflesso negli altri e facciamo un’offerta: offriamo fiori, offriamo frutti, offriamo il cibo che abbiamo nel piatto.

Offrire il cibo come un dono e vivere il momento del pranzo come un atto sacro è la via migliore per dissolvere ogni traccia di dipendenza, ogni necessità di controllo.

E’ un atto d’amore, di fede, di accettazione, di consapevolezza.

E, mentre offriamo, lasciamo che riaffiorino i ricordi, le emozioni, le sensazioni e i pensieri di tutte le volte in cui siamo stati nel dono e di cui abbiamo ricevuto.

Permettiamo a noi stessi di ricordare che siamo molto amati e rinnoviamo la capacità di amare a nostra volta, molto.

Lasciamoci avvolgere dall’abbraccio del divino, che altro non aspetta se non prendersi cura di noi.

Abbandoniamo definitivamente la paura, la disperazione, l’angoscia e tutto ciò che ci spinge a cercare conforto in qualcosa  – il cibo – o in qualcuno… e che spesso ci mettono nei guai!

Lasciamo che l’atto stesso dell’offerta del cibo possa purificare, come un colpo di spugna, ogni proiezione sul cibo.

Namastè