Chiaro di Luna: un omaggio alla vita

La morte ci chiama, a volte con dolcezza e pazienza, altre volte con impeto e veemenza.

Lo fa nei modi in cui siamo pronti ad ascoltarla, lo fa attraverso i nostri disagi e le nostre ombre. Lo fa nascondendosi, perchè sa che i nostri occhi non sopporterebbero l’intensità di quella luce.

Lo fa stringendoci nel suo abbraccio, così che finalmente possiamo riconoscerla per ciò che è.

La morte ci chiama  e lo fa per renderci consapevoli. Lo fa per renderci liberi.

La morte è amore.

Per vivere bisogna morire. Per amare bisogna morire.

Chi vuole vivere, vivere davvero, non ha altro desiderio se non quello di imparare a morire.

Giorno dopo giorno, lascio che tale insegnamento penetri in profondità, trasformandosi in una comprensione sempre più profonda, che si radica nelle cellule del mio corpo, ripulendole dai condizionamenti che, nel corso dei secoli, ci hanno allontanati dal nostro potere naturale e che hanno indotto il corpo stesso ad andare inesorabilmente incontro ad una morte che non è quella di cui fai esperienza quando chiudi gli occhi e ti siedi a meditare.

Giorno dopo giorno, scopro che la malattia nasce dalla mancanza di fiducia e che ciò che può guarirla è la morte.

Facendo esperienza della malattia, scopro che essa è quanto di più lontano dalla morte possa esserci.

La malattia è la strada sbagliata che intraprendiamo per trovare l’amore.

E’ solo morendo che possiamo guarire, perchè solo l’amore guarisce.

Scrivo, e rileggo quanto ho scritto, realizzando che ogni Valeria – quella che fa esperienza della malattia, quella che vive la morte, quella che va incontro alla vita – contribuisce, recitando al meglio il proprio ruolo, a permettermi di imparare a morire e di fare esperienza di ciò che una parte di me ancora rifiuta.

E’ qui, è in questa chiave di lettura degli eventi che sto trovando la vita.

E, allora, come non rendere grazie – un grazie che arriva dall’anima e si rivolge ad un’altra anima – a chi mi ha condotta e mi sta conducendo ora in questo meraviglioso Viaggio in cui sto ritrovando l’amore?

Scrivo, e, in sottofondo, youtube ha deciso di mandare “Clair de Lune“. Scrivo, e, senza accorgermi, ho scelto come immagine per questo articolo “Chiaro di Luna” di Munch.

Piango: di gioia, di dolore, di gratitudine, di amore.

Piango lacrime di infinito.

Piango lacrime che torno a riconoscere come belle.

Onoro ciò che l’ “io” non può accettare e mi abbandono all’esperienza.

La morte mi chiama: con i miei modi e i miei tempi, sto andando incontro alla vita.

Namastè,

Valeria

 


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