Lustrini e paillettes

Incrocio il suo sguardo nello specchio e ci scambiamo un’occhiata di intesa e complicità: ora sì che ci siamo, ora sì che ci sono.

Ora sì, che sono io!

Voglio essere io ad inaugurare questo primo giorno dell’anno, con una giornata memorabile, che riesca a nobilitare il percorso fatto la sera precedente e a tradurre in fatti ciò che i Tarocchi hanno suggerito all’altra Valeria: fare chiarezza rispetto ai miei desideri, alle mie aspirazioni, alla mia vera natura, così che la mia vita rifletta ciò che effettivamente sono e non ciò che penso di essere o di dover essere.

Senza esitazione, indosso l’abito più bello che ho nell’armadio, mi trucco e mi agghindo: avvolta nel cappotto, che lascia appena intravedere le pieghe rosa e nere del vestito, sembro una mademoiselle anni trenta.

Mi guardo, mi piaccio, mi riconosco. Ecco chi sono, ecco ciò che io sono, mi viene da dire.

Eccomi, finalmente! Benvenuto anno nuovo, bentornata Valeria!

Facendomi guidare da questa me stessa, nuova e al tempo stesso così simile alla Valeria conosciuta negli anni d’infanzia, mi addentro tra la folla che popola le strette viuzze di Città Alta immergendomi totalmente in un’atmosfera che io stessa contribuisco a creare grazie al personaggio che interpreto.

E mi stupisco di come ciò che è familiare possa apparire improvvisamente tanto nuovo: cammino nella mia città con l’impressione di essere una turista che visita un luogo sconosciuto, con la stessa voglia di godere di ogni istante e di non lasciare nulla di non fatto o non visto che si prova durante un viaggio.

Perchè nella nostra quotidianità prevale così spesso l’abitudine alla noia, alla routine, al grigiore, mi chiedo? Perchè rinunciare alla propria creatività per una vita che appare sempre uguale a se stessa?

Perchè rinunciare a vivere ogni giornata come fossimo in un’avventura?

Solo nel tardo pomeriggio, quando il cielo inizia a parlare della neve che scenderà durante la notte, io mi avvio verso casa. Varco la soglia e mi chiedo quale Valeria si siederà a tavola con la famiglia per la tradizionale cena del 1 gennaio.

Saprà, saprò sostenere la parte? Saprò essere me stessa anche con chi è abituato a relazionarsi con l’immagine di me che ha costruito e che solo in parte rispecchia la totalità del mio essere e della mia personalità? Saprò lasciare esprimere e dar voce ad ogni parte di me in questa serata e in questo 2016? Saprò permettere alla Valeria più mondana e creativa, quella con gli occhi che brillano, quella che non esita a seguire l’intuito di trasformare la vita dell’altra Valeria, della Valeria che sente su di sè il peso della propria storia familiare e dei condizionamenti sociali e cultutrali, quella che ha cercato negli anni percorsi che potessero aiutarla a tornare ad essere chi è sempre stata?

Lo spero, lo voglio, lo traduco in azione attraverso ogni singola scelta che compio durante la giornata.

E, giorno dopo giorno mi convinco che la vera missione delle nostre anime sia quella di ricordarci chi siamo affichè ognuno possa indossare i propri abiti ed interpretare il proprio ruolo nel grande gioco del mondo.

Namastè