Con i bambini, tra le domande della filosofia

Perchè esiste il mondo?

Perchè gli oggetti hanno questo nome?

Perchè siamo fatti così e non diversamente?

Perchè i dinosauri non esistono più?

Perchè al mondo ci sono persone cattive?

Perchè ci sono la malattia e la morte?

Perchè esistono i sogni?

Perchè servono i soldi per comprare le cose?

Perchè in passato andavano a scuola solo gli uomini?

Perchè esistono le domande?

 

Questo lungo elenco di domande, che racchiude alcuni dei grandi temi della filosofia, arriva direttamente dalla sessione di Philosophy For Children di questa mattina.

Il testo che ho proposto ad inizio sessione, infatti, ci ha portati a riflettere sulla natura del pensiero e su quali siano le condizioni ideali per pensare.

E, come sempre, i bambini hanno saputo stupirmi, sottolineando che il silenzio, la concentrazione, un luogo confortevole e la natura siano elementi indispensabili per organizzare le idee e per dar voce alle immagini e alle voci che precedono la comparsa di un pensiero strutturato.

<<Ma allora>> chiedo <<a che cosa pensate quando siete da soli?>>.

Dopo un primo giro di condivisione, mi rendo conto che i piccoli filosofi della 4A si interrogano molto più spesso di quanto credessi su questioni che spaziano dall’esistenzialismo alla politica, dall’economia alla linguistica.

E decido che è una buona idea segnare queste domande sulla nostra agenda.

Col candore di chi non si vergogna a chiedere e con l’audacia che possiede chi non rinuncia a meravigliarsi per la bellezza del mondo, gli alunni stilano l’elenco delle loro grandi domande e io affido come compito per la settimana quello di porne almeno una a tre adulti e di chiedere poi agli intervistati, se abbiano (ancora) una grande domanda alla quale, in modo sistematico o casuale, la mente torna e nella quale si perdano.

Chissà come reagiranno genitori, nonni, amici o catechisti quando si sentiranno messi alle strette e si sentiranno in dovere di dare una risposta esaustiva?

Chissà se qualcuno liquiderà frettolosamente la questione con un “non lo so” o se troveranno persone con una visione del mondo ben strutturata che troveranno facile gestire gli interrogativi con cui i filosofi di ogni espoca si sono confrontati e che tutt’ora offrono spunti di riflessione e occasioni per rimettere tutto in discussione e provare ad aprire nuove piste di ricerca?

Chissà se gli adulti di oggi hanno ancora voglia di farsi incantare dal mondo e hanno il coraggio di confrontarsi con l’inadeguatezza dell’intelletto umano davanti ai misteri dell’universo?

Chissà se noi adulti siamo ancora esseri pensanti oppure se siamo ormai omologati e strettamente ancorati ad un sapere che, per quanto precario, ci regala l’illusione della stabilità?

Chissà se l’atteggiamento disarmante dei bambini riuscirà ad aprire la strada all’interrogare radicale di cui tabto si parla nei laboratori di pratiche filosofiche?

E chissà se un giorno riusciremo a confrontare le domande e le risposte di grandi e piccini in un’unica sessione, nella quale, forse, genitori e insegnanti possano fare un passo indietro e mettersi al pari dei più giovani, ascoltando e accogliendo punti di vista e prospettive che si rivelano spesso più profonde e fondate di quelle di chi crede di avere alle spalle troppa esperienza per avere ancora qualcosa da imparare.

Con la curiosità di sapere che effettò sortità questa intervista e con la speranza di facilitare presto una sessione trasversale, ringrazio tutti gli alunni per i loro interventi sempre stimolanti e le Scuole che mettono a disposizione tempo e risorse per far crescere il pensiero.

Grazie,

Valeria

PROSSIMI APPUNTAMENTI CON LA FORMAZIONE IN P4C: